la tenda del piacere: breve storia del clitoride

la tenda del piacere: Breve storia del clitoride

Processus igitur hi ab utero exorti prope id foramen, quod os matricis vocatur, extra abdome exeunt; supra pubem ascendunt; definunt autem in particulam quanda excelsam in vulvae apice circumvolutam supra id foramen, unde lotium exit. Et haec lector candidissime illa, illa praecipue sedes est delactionis mulieru, dum venerem exercent; quam non modo si mentula confricabis, sed vel minimo digito attrectabis: ocyus aura semen hac, atque illac prae voluptate vel iliis inuitis profluet.
Hanc eandem uteri partem dum Venerem appetunt mulieres, et tanquam aestro percitae virum appetunt ad libidinem concitati: si attinges, duriusculam et oblongam reddita esse comperies; adeo ut nescio quam virilis mentulae speciem praefe ferat. Hos igitur processus, atque eorundem usum cu nemo actenus anima duerterit; si nomina rebus a me inventis imponere licet, amor Veneris, vel dulcedo appelletur. No dici posset quatopere admirer tot proclaros Anatomicos, tam pulchram rem, tanta arte effectam, tantae utilitatis gratia ne olfecerint quidem. Vos autem, qui in has meas lucubrationes Anatomicas legendas incideritis, scitote abfq; processibus, quos ego vobis paulo antea fideliter descripsi; neque mulierem aliquam in Veniris amplexibus delectationem percepturam fuisse, nullos foetus cocepturam; non enim abfq; mutura maris, et foeminae voluptate cocipi posse crediderim sed de his fatis.

[Realdo Colombo, “De Re Anatomica“, 1559, pagg. 241-243]


CHI SCOPRì IL CLITORIDE?

Organi genitali femminili esterni in una giovane vergine descritti nel primo fascicolo del quinto tomo del “Traitè d’Anatomie Humaine“, dei professori Paul Poirier ed Adrien Charpy, 1901.

Le domande storiche sul clitoride sono sostanzialmente due: 1) chi lo ha scoperto come organo in sè e 2) chi lo ha scoperto come organo del piacere sessuale.

Questo organo era certamente noto a buona parte degli anatomisti del passato, dalla Mesopotamia in poi. Il termine è di origine greca: si ritiene che derivi dal greco κλειτορίς, composto dalle radici “kleío“, cioè chiudo, o “kleís”, cioè chiave, a cui si aggiunge come secondo elemento “dorís“, diminutivo di dorá cioè pelle.
La storiografia afferma gli anatomisti rinascimentali italiani Realdo Colombo e Gabriele Falloppio furono i primi ad affermare che il clitoride è un organo del piacere sessuale femminile.

Il Colombo, nel suo “De Re Anotomica” del 1559 chiamava il clitoride “processus” dei genitali esterni e affermava che questa protuberanza era la sede principale del piacere femminile durante l’atto sessuale, esercitata sia dalla penetrazione vaginale che dagli sfregamenti con il dito.


il rinascimento

Immagine e descrizione del clitoride tratta da “Atlas de anatomie descriptive du corps humaine“, di C. Bonamy e Paul Broca, parte IV, 1866.

Questo processo stimolava quindi l’estro del piacere attraverso una brezza che scorreva lungo tutto il corpo della donna.

Ed ecco cosa scriveva Gabriele Falloppio nelle sue “Observationes anatomicae” (pagg. 192-3) pubblicate nel 1562:
Avicenna, nel libro 3 fen 21 [del suo Canone di Medicina], accenna a una certa parte situata nelle pudenda di una donna, che chiama verga o albathara. Chiama questa Albucasis la tenda, che a volte raggiunge una tale crescita che le donne che la hanno si associano ad altre, come se fossero uomini.
I greci chiamavano questa parte “klitorida“, da cui deriva il verbo “klitorizein”. Ma i nostri anatomisti l’hanno completamente trascurata e non ne dicono nemmeno una parola.

Questa particella corrisponde al pene maschile: è costituita da due parti fibrose [esternamente] ed una spongiosa all’interno, ed è riempita di sangue scuro e denso, come negli uomini.

A riguardo, il padre degli anatomisti rinascimentali, Vesalio, aveva sostenuto che il clitoride fosse assente nelle donne sane e appartenesse solo agli ermafroditi.


Rappresentazioni grafiche

Una delle prime illustrazioni corrette del clitoride si trova nel trattato di Regnier De Graaf “De Mulierum Organis Genarationi Inservientibus” del 1672.
Ricordiamo che Avicenna e Albucasis furono due medici arabi che vissero intorno all’anno mille. Un altra domanda: Cosa intende con il termine rudimentale la Treccani quando definisce il clitoride “omologo al pene virile, però rudimentale“?

La prima rappresentazione grafica del clitoride è attribuita all’anatomista olandese Regnier de Graaf (1672). Il terzo capitolo del suo “De Mulierum” è intitolato “De Clitoride“. De Graaf dedica un capitolo del suo libro a questo organo definito “sede della libidine” e ne mostra la sua complessità anatomica e funzionale (altro che organo rudimentale!) descrivendone il glande, il prepuzio, le labbra (nymphae) e le radici (crura), per arrivare alla struttura più intima formata dalla parte spongiosa, i setti, la muscolatura, i nervi, le vene e le arterie.


Kobelt

Georg Ludwig Kobelt (12marzo 1804 – 8maggio 1857)

Nel 1844 l’anatomista tedesco George Ludwig Kobelt, nel tentativo di dimostrare che l’anatomia femminile è analoga a quella maschile, da, nel suo pamphlet intitolato “Die männlichen und weiblichen Wollust-Organe des Menschen und einiger Säugethiere” (“Gli organi voluttuosi maschili e femminili dell’uomo e di alcuni mammiferi“), la prima rappresentazione dei bulbi del clitoride, sebbene facesse ciò non collegando i bulbi al clitoride come un’unica struttura. Kobelt descrive l’anatomia comparata degli organi sessuali di diversi animali; in generale il clitoride viene mostrato come un organo ricco di innervazione e ben vascolarizzato, atto quindi a percepire il piacere.

Egli suddivideva gli organi della lussuria in passivi e transitivi. I primi erano costituiti dal “glans clitoridis“, la “pars intermedia“, il “bulbus vestibuli” ed il “musculus constrictor cunni“. I secondi erano costituiti dal “corpus cavernosum clitoridis“, il “musculus ischio-cavernosus” e la vagina.


il primo novecento

Tavola Terza tratta dal “Die männlichen und weiblichen Wollust-Organe des Menschen und einiger Säugethiere” di Georg Kobelt (1844).

Nella prima metà del novecento il clitoride subì una certa forma di censura, sia dal punto di vista anatomico che fisiologico: da una parte Sigmund Freud contrappose il piacere clitorideo a quello vaginale definendolo ‘immaturo’ per arrivare 1948, anno in cui l’organo venne bandito dagli autori del “Gray’s Anatomy“.

In generale, nel corso degli anni, la versione inglese del Gray’s aveva sempre dato meno spazio al clitoride rispetto alla versione statunitense.

La riscossa del clitoride iniziò ad arrivare nella seconda metà del novecento. Si può rappresentare ciò sia come causa che come effetto della rivoluzione sessuale di quel periodo.


il secondo novecento

Genitali femminili esterni. Immagini tratta dall’articolo del 2005 della dottoressa Helen O’Connell “Anatomy of the clitoris“.

Nel 1953, il biologo statunitense Alfred Kinsey (23giugno 1894 – 25agosto 1956) affermò nei celebri “Kinsey Reports” che il clitoride è il centro del piacere delle donne e nel 1966 la coppia di ricercatori statunitense formata dal ginecologo William Masters (27dicembre 1915 – 16febbraio 2001) & Virginia Johnson (11febbraio 1925 – 24luglio 2013) testarono sia l’orgasmo clitorideo che vaginale nel loro laboratorio e conclusero che erano essenzialmente gli stessi quando si trattava di risposta sessuale, mettendo a tacere la teoria freudiana di una gerarchia dell’orgasmo.

All’inizio degli anni ’90, l’urologa australiana Helen O’Connell (nata il 3aprile 1962) ha notato la cura che veniva prestata durante l’intervento chirurgico alla prostata per proteggere le terminazioni nervose nell’anatomia sessuale delle persone con il pene.
La dottoressa O’Connell si chiese perché la stessa cura non fosse adottata per le donne durante gli interventi chirurgici vulvari e vaginali.

Ciò l’ha portata a studiare l’anatomia del clitoride rivelando la vera anatomia del clitoride nel 1998 con ulteriori studi e conferme rilasciati nel 2005.


anatomia del clitoride

Risonanza magnetica del clitoride e dei suoi componenti nel piano sagittale medio in una nullipara premenopausale. Questa sezione sagittale della linea mediana evidenzia l’aspetto quasi simile a un boomerang del corpo clitorideo, della crura e del glande. Immagine tratta dall’articolo “Anatomy of the clitoris” della dottoressa O’Connell (2005).

Rappresentazione fatta dalla dottoressa O’Connell del clitoride con il suo tessuto erettile associato:  1=Glans clitoridis; 2=Corpus clitoridis; 3=Corpus cavernosum clitoridis; 4=Bulbi clitoridis (Bulbi vestibuli); 5=Urethra; 6=Introitus vaginae; 7=Vagina; 8=Uterus; 9=Vesica urinaria.
Nel suo articolo del 2005, “Anatomy of the clitoris“, la dottoressa O’Connell e colleghi presentano un resoconto completo dell’anatomia del clitoride, comprese le sue strutture componenti, l’apporto neurovascolare, il rapporto con le strutture adiacenti (l’uretra, la vagina e le ghiandole vestibolari ed i supporti del tessuto connettivo), l’istologia e l’immunoistochimica. Essi hanno effettuato un’ampia revisione della letteratura attuale e storica. Gli studi esaminati includevano dissezione e microdissezione, risonanza magnetica, ricostruzione dell’anatomia in sezione tridimensionale, istologia e studi immunoistochimici.
Il gruppo della dottoressa O’Connell descrive un’organizzazione complessa ed articolata I fasci neuro-vascolari del clitoride, che possono essere visibili anche ad occhio nudo perfino nell’infanzia. Per quanto riguarda il glande del clitoride, esso contiene derma vascolare denso e un gran numero dei recettori sensoriali, in particolare i corpuscoli di Pacini, che forniscono sensazioni profonde e vibrazioni sensoriali. I corpuscoli di Pacini sono anche strettamente correlati ai fasci neurovascolari e i loro rami, che circondano il corpo. Studi sugli animali con il sildenafil (il principio attivo del viagra) hanno mostrato che questo farmaco è in grado di aumentare il flusso sanguigno clitorideo e vaginale ed anche la lubrificazione vaginale.


tra anatomia, fisiologia, cultura e credenze

Nella sezione storica dell’articolo del gruppo della dottoressa O’Connell si fa anche riferimento alla ‘clitoridedectomia‘, praticata per millenni su base religiosa ed in alcuni settori della medicina occidentale novecentesca come ‘trattamento’ di una serie di disturbi medici, tra cui follia, epilessia, catalessi e isteria. Le difficoltà legate all’abolizione della pratica della mutilazione dei genitali femminili sono complessi e l’introduzione di leggi per fermarla incontrano tanti ostacoli.
L’articolo si conclude:
“La vagina distale e l’uretra sono chiaramente correlate, formando un nucleo della linea mediana al clitoride. Se questo ammasso (vagina distale, uretra distale e clitoride) debba essere considerato come un’altra entità e dato un nome separato è degno di discussione.
Un concetto così inclusivo porterebbe probabilmente alla cessazione delle discussioni artificiali sulla separazione non necessaria del focus orgasmico, cioè clitorideo vs vaginale. L’apporto neurovascolare al clitoride deriva dai nervi pudendo e cavernoso. L’esatta anatomia dei nervi cavernosi è stata definita in studi fetali, ma manca una dimostrazione coerente negli adulti. L’istologia, l’immunoistochimica e la farmacologia sono sempre più ben definite. Ad oggi i progressi in laboratorio non si sono tradotti direttamente nella pratica clinica, la risposta al sildenafil ne è l’esempio più evidente”.

 


riferimenti:

Articolo del dott. Concetto De Luca


 

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