Anatomia e Rinascimento: Gabriele Falloppio

ANATOMIA E RINASCIMENTO: GABRIELE FALLOPPIO

Gabriele Falloppio (Fallopius) , spiega una delle sue scoperte al Cardinale Duca di Ferrara. Francis James Barraud (1856 – 1924) – olio su tela – 76 x 102 cm

Il cinquecento italiano è stato il grande momento della Rinascita (o forse si dovrebbe parlare semplicemente della nascita) dell’anatomia del corpo umano.
Stimolati dall’arte e dal diritto, gli anatomisti di tutta Europa, ma principalmente quella della penisola italica, e soprattutto coloro che lavoravano alle Università di Padova e Bologna, hanno dato un grande impulso allo sviluppo di questa disciplina, ponendo le basi per abbattere le vecchie e false teorie del galenismo. Lo sviluppo dell’anatomia, che ebbe in Vesalio la sua figura emblematica può essere paragonata ad un’altra scoperta che avvenne in quegli anni, la scoperta dell’America.
Alla cattedra di Anatomia di Vesalio a Padova, succedette Gabriele Falloppio (1523 circa – 9ottobre 1562). Come si può evincere dal quadro che rappresenta Falloppio descrivere una delle sue scoperte ad altri prelati, la Chiesa non fu ostile allo sviluppo di questa disciplina così come invece lo fu verso altri rami e personaggi della scienza (Galileo in primis).


gli studi anatomici

Nei suoi numerosi studi anatomici Falloppio descrisse la struttura esatta delle tube uterine (chiamate perciò anche tube di Falloppio), dei muscoli oculomotori, della chorda tympani, della chiocciola ossea e dell’acquedotto del vestibolo. Pubblicò nel 1561 le “Observationes anatomicae“, dove raccolse tutti quei reperti che risultavano contrastanti con quanto era stato affermato da Galeno e da altri autori, in particolar modo Andrea Vesalio.

Molte altre sue opere furono pubblicate postume e, in seguito, raccolte nell’Opera omnia.
Oltre ad essere stato uno degli scienziati più importanti della storia dell’anatomia, diede contributi importanti anche in anatomia comparata, botanica, fisiologia, farmacologia e medicina termale.


il preservativo

Fallopio fu il primo a descrivere un preservativo (nei suoi scritti descritto come una guaina di lino avvolta attorno al pene), e sostenne l’uso di tali guaine per prevenire la sifilide. In un primo esempio di una sperimentazione clinica, Fallopio riferì di aver testato questi preservativi in 1.100 uomini, nessuno dei quali contrasse la sifilide.


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