Leonardo Botallo, uno dei maestri dell’anatomia rinascimentale

LEONARDO BOTALLO, UNO DEI MAESTRI DELL’ANATOMIA RINASCIMENTALE

Leonardo Botallo nacque ad Asti nel 1530 (Secondo altre fonti nacque tra il 1515 ed il 1519). Frequentò l’ateneo di Pavia e fu discepolo di Giovan Battista Carcano, del Frisimella, del Trincavella e del Ticinese, con il quale conseguì la laurea in Medicina; contemporaneamente seguì le lezioni che Gabriele Falloppio (1523 – 1562) teneva nell’anfiteatro anatomico di Padova, destinate a esercitare tanta influenza sui suoi studi di anatomia.
Divenuto in seguito medico delle truppe francesi, ebbe modo di affinare notevolmente la sua preparazione, specie in ambito traumatologico, tanto da venir chiamato a corte, nel 1560, da Caterina de’ Medici, che gli conferì l’incarico di archiatra.
Botallo fu un sostenitore della pratica del salasso, che cercò di promuovere di Francia ed un appassionato di anatomia.


un medico francese

L’opera “De foramine” riveste una particolare importanza perché in essa viene illustrato il cosiddetto “foro del Botallo”, di cui egli non può tuttavia essere considerato lo scopritore. Tale foro, che fa comunicare gli atri cardiaci nell’embrione e la cui obliterazione, per un processo disontogenetico, può mancare nell’adulto, era già noto, tra gli altri, al Carcano e al Falloppio e da essi probabilmente il Botallo ne venne a conoscenza; è certo però che egli fu sicuramente il primo a parlare di questa formazione anatomica nella scuola medica di Parigi (secondo alcuni studiosi fu il primo ad accennare alla persistenza del foro, come condizione patologica, nell’adulto) e a richiamare l’attenzione degli studiosi su essa, dati i suoi profondi studi sul salasso e sulla circolazione del sangue.


il foro ed il dotto di botallo

Dotto arterioso (di Botallo) pervio (PDA): si può osservare la comunicazione tra l’arco aortico e l’arteria polmonare evidenziata nel cerchietto rosso.

Al Botallo è anche attribuito il merito della scoperta del dotto arterioso che reca il suo nome, che mette in comunicazione l’arteria polmonare con l’aorta, e la cui pervietà persistente nell’adulto può determinare la mescolanza del sangue venoso con l’arterioso (sindrome del dotto del Botallo).

Il Botallo ebbe senza alcun dubbio il grande merito, con le sue ricerche di anatomia, di avere richiamato l’attenzione dei contemporanei sulla importanza della conoscenza del foro e del dotto, formazioni sino allora così poco conosciute che in Francia i colleghi gliene attribuirono la scoperta.

Il Botallo morì intorno alla fine del 1587, secondo quanto risulta dai documenti francesi.

Nel 1660 usciva a Lione l’Opera omnia medica et chirurgica del Botallo, a cura di J. van Horne.


il frontespizio dell’opera omnia di botallo

Interessante è il frontespizio (foto in alto) della sua “Opera Omnia”: in alto il Botallo viene rappresentato a curare ferita sul campo di battaglia, in basso a sinistra mentre pratica salasso ed in basso a destra alcune scene (dalla copula al cadavere) rappresentano il ciclo della vita.


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