La leggendaria famiglia tedesca Meckel: quattro generazioni di anatomisti e il diverticolo che porta il loro nome

La leggendaria famiglia tedesca Meckel: quattro generazioni di anatomisti e il diverticolo che porta il loro nome

Johann Friedrich Meckel il Vecchio (Wetzlar, 31luglio 1724 – Berlino, 18settembre 1774)

La famiglia tedesca dei Meckel, come poche altre, ebbe un notevole impatto sulla medicina.

Il capostipite Johann Friedrich Meckel il Vecchio (1724-1774) mostrò particolare interesse per la neuroanatomia, la patologia dell’ernia inguinale e del sistema linfatico. Studiò a fondo il nervo trigemino, il ganglio sfenopalatino e la loggia della dura madre (cavo di Meckel), che accoglie il ganglio di Gasser dal quale si dipartono le tre branche terminali del trigemino. I suoi interessanti studi finirono per influenzare, persino, l’opera di Giovanni Morgagni (1682-1771) e Alexander Monro (1697-1767). Trascorse l’ultima parte della sua vita a Berlino, alla cui Università insegnò anatomia, botanica e ostetricia.

Suo figlio, Philipp Friedrich Theodor Meckel (Berlino, 30aprile 1755 – Halle, 17marzo 1803) , fu professore di anatomia e chirurgia all’Università di Halle, dove ampliò la collezione di campioni anatomici avviata da suo padre (‘Meckelsche Sammlungen’).


QUATTRO GENERAZIONI DI ANATOMISTI

Le collezioni Meckel sono ospitate nell’Istituto di anatomia e biologia cellulare dell’Università Martin Luther di Halle-Wittenberg.

Le collezioni attuali sono suddivise in un’area anatomica umana e un’area anatomica comparata. La collezione anatomica umana è composta da circa 3.500 campioni asciutti, bagnati, di corrosione e iniezione su tutti gli aspetti dell’anatomia umana.

 

Anche due figli di Philipp divennero anatomisti, Johann Friedrich Meckel il Giovane (17ottobre 1781 – 31ottobre 1833), professore presso l’Università di Halle, e August Albrecht Meckel (1789-1829) professore a Berna.

Johann Friedrich il Giovane fu fondatore della scienza della teratologia e molte strutture anatomiche, come il diverticolo di Meckel, portano il suo nome. La prima descrizione del diverticolo risale al 1598 da parte di Fabricius Hildanus (1560-1634), ma Friedrich Meckel, nel 1809, ne descrisse le caratteristiche embriologiche, anatomo-patologiche e cliniche in un articolo intitolato “A proposito dei diverticoli nel canale intestinale“. Dal 1826 fino alla sua morte, Meckel fu editore dell’Archiv für Anatomie und Physiologie.


Johann Friedrich il Giovane

Johann Friedrich Meckel il giovane.

Johann Friedrich il Giovane arricchì notevolmente la collezione anatomica dell’università di Halle mentre August Albrecht praticò la medicina legale e studiò l’anatomia dei volatili.
Il figlio di August, Johann Heinrich Meckel (1821-1856), fu docente di anatomia patologica all’Università di Berlino, incarico ricoperto, dopo la sua morte prematura per una malattia polmonare, da Rudolf Virchow (1821 – 1902), pioniere dei moderni concetti della patologia cellulare e della patogenesi delle malattie.

Il diverticolo di Meckel rappresenta un residuo embrionale, di lunghezza e posizione variabili, del dotto vitellino o onfalomesenterico, che collega normalmente l’intestino medio embrionale al sacco vitellino e che si restringe progressivamente sino a scomparire verso la 6ª settimana di vita intrauterina.


Il diverticolo di Meckel

Feto di otto settimane, racchiuso nel sacco vitellino. Il dotto vitellino è visibile in basso a destra.

Il diverticolo, che è un sacco a fondo cieco, si localizza solitamente a circa 60 cm dalla valvola ileocecale e la sua genesi è legata alla mancata regressione fisiologica del dotto vitellino.

E’ riscontrabile in circa 2% della popolazione e spesso contiene anche tessuto eterotopico gastrico, presentando cellule parietali secernenti HCl, e/o pancreatico. Questa malformazione congenita può dar luogo a diversi quadri patologici, i cui principali sintomi sono costituiti da sensibilità alla pressione nella parte centrale dell’addome, febbre lieve e diarrea, ma può anche essere asintomatica.
Le complicanze possono includere il sanguinamento, l’infiammazione (diverticolite) e l’occlusione intestinale. Le perdite ematiche si verificano più frequentemente nei bambini più piccoli, quando l’acido secreto da parte della mucosa gastrica ectopica del diverticolo erode l’ileo adiacente.


un residuo embrionale

Fotografia di un diverticolo di Meckel.

Durante l’infanzia, questi episodi si manifestano come un sanguinamento rettale indolore, di colore rosso vivo, mentre negli adulti si presentano, generalmente, sotto forma di melena.
La diverticolite acuta di Meckel è caratterizza da dolorabilità tipicamente localizzata al di sotto o a sinistra dell’ombelico spesso accompagnata da vomito a differenza dell’appendicite, il cui dolore ha una sede diversa rappresentata dalla parte inferiore destra dell’addome, sebbene, in genere, inizi come fastidio diffuso periombelicale per poi localizzarsi in modo acuto a destra.
L’occlusione intestinale si può verificare a qualsiasi età, ma è più frequente nei bambini più grandi e negli adulti, in seguito all’invaginazione del diverticolo (in questo caso compariranno dolori addominali crampiformi, nausea ed emesi) o a causa di aderenze, volvolo, ritenzione di corpi estranei, neoplasie o incarcerazione in un’ernia (ernia di Littrè).


diagnosi e trattamento

La diagnosi è difficile e spesso richiede l’esecuzione di una scintigrafia con 99mTc-pertecnetato, per l’affinità dell’isotopo per la mucosa gastrica, e di studi radiologici con mezzo di contrasto.
Il trattamento consiste nella resezione chirurgica del diverticolo (diverticolectomia) tramite chirurgia tradizionale o laparoscopica. Se la base del diverticolo è ampia, al fine di conservare e garantire la pervietà dell’ileo, viene eseguita una resezione ad hoc (sleeve resection).


Riferimenti bibliografici:

Articolo di Domenico Dentico


 

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