Un caso di aneurisma aortico descritto dal Morgagni

UN CASO DI ANEURISMA AORTICO, PROBABILMENTE DI ORIGINE SIFILITICA, DESCRITTO DAL MORGAGNI

“Un uomo che era molto dedito all’esercizio del tennis ed all’abuso di vino, in conseguenza di queste sregolatezze fu colto da dolore al braccio destro e subito dopo al braccio sinistro, insieme a febbre. Dopo ciò comparve una tumefazione sulla parte superiore dello sterno, simile ad una grossa bolla: di fronte a questa visione alcuni chirurghi si stupirono, non avendone mai osservati o essendo soliti considerare queste tumefazioni delle suppurazioni.
Mentre il tumore cresceva, altri medici applicavano delle medicine emollienti che sembravano farlo diventare più piccolo: questo a causa dello sfregamento con le pomate. Ma questa situazione non era collegata ai farmaci, infatti la tumefazione, non solo riprendeva le sue dimensioni subito dopo l’applicazione ma, come si vedeva, riprendeva a crescere giorno per giorno.
Dunque, quando il paziente entrò nell’Ospedale degli Incurabili di Bologna, mi pare nel 1704, questa aveva le dimensioni di una melacotogna; e cosa peggiore, iniziò ad essudare sangue da una parte, cosicché la stessa pelle dell’uomo era vicina alla rottura (questa era diventata molto sottile mentre il paziente era inconsapevole del pericolo che correva) dal momento che egli levava via i bendaggi per mostrare questa strana anomalia.
Il giorno successivo egli dipartì da questa vita mortale a seguito di una vasta perdita di sangue, come era stato predetto ma non compreso dal paziente. Ciononostante, egli aveva presenza di spirito e, quando sentì il sangue fuoriuscire, non solo si raccomandò a Dio, ma sollevò con le sue mani una bacinella che si trovava vicino al letto e, come se stesse raccogliendo il sangue di un’altra persona, la pose sotto la tumefazione e morì tra la braccia degli infermieri che erano accorsi rapidamente.
Nell’esaminare il corpo prima di eseguire la dissezione, notai che non c’era più nessuna tumefazione, dal momento che era scomparsa con l’emorragia che si era profusa esternamente. La pelle era lacerata e conteneva nella sua apertura l’ingresso di due dita. La membrana adiposa del torace emise acqua durante il tempo della dissezione ed alcuni vasi, sulla superficie della pelle, nei piedi e nelle gambe, apparivano qua e là turgidi e prominenti. Nelle cavità del torace c’era una grande quantità di acqua, di color giallognola. E c’era un grande aneurisma, all’interno del quale la parte anteriore della curvatura dell’aorta era dilatata, ed aveva consumato parzialmente e provocato della carie nella parte superiore delle sterno, delle estremità delle clavicole che vi giacevano sopra, e delle coste vicine.”

  • [Giovanni Battista Morgagni (1682-1771), “De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis“; Libro II, Epistola XXVI, articolo 9.](“The Seats and causes of diseases investigated by anatomy”, di B. Alexander, 1769, la prima traduzione in lingua inglese).

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