Aristotele, il padre della Biologia

ARISTOTELE HA POSTO LE BASI IDEOLOGICHE ALLA RICERCA SCIENTIFICA BIOMEDICA

“Gli animali si possono differenziare secondo il modo di vita, le attività, il carattere e le parti.
Alcuni animali sono acquatici, altri terrestri. Gli animali acquatici si dividono in due gruppi: quelli di un gruppo trascorrono la loro vita nell’acqua e vi si nutrono, immettono ed emettono l’acqua, e non possono sopravvivere se ne sono privati, com’è il caso della maggior parte dei pesci; quelli dell’altro gruppo si nutrono e vivono in ambiente acquatico, però non immettono l’acqua ma l’aria e si riproducono fuori dall’acqua. Certi animali, benché non possono vivere fuori dall’ambiente acquatico, tuttavia non immettono né aria né acqua. Gli animali acquatici sono poi marini, fluviali, lacustri o palustri.
Fra gli animali terrestri, gli uni immettono e emettono l’aria, come l’uomo e tutti quanti i terrestri che possiedono polmone; gli altri non immettono aria, ma vivono in ambiente terrestre e ne traggono cibo, come gli insetti.
Certi animali dapprima vivono nell’acqua, poi mutano forma e vivono fuori di essa. Vi sono animali che possono sia stare attaccati sia distaccarsi, come un certo genere delle attinie, che si staccano di notte per cercare cibo, mentre alcuni animali immobili possono vivere nell’acqua.
Fra gli animali terrestri, alcuni sono alati, altri si muovono sul suolo. Fra questi taluni camminano mentre altri strisciano ed altri ancora si muovono per contrazioni. Vi sono anche certi uccelli con i piedi deboli, che perciò vengono chiamati “apodi”.
Vi sono inoltre delle differenze relative ai modi di vita e alle attività degli animali. Alcuni di essi vivono in società, altri sono solitari e altri possono vivere in entrambi i modi. Sono collettivisti quegli animali che si adoperano tutti per un fino unico e comune. Fra questi alcuni si sottomettono a un capo, altri non hanno capi. Inoltre, sia fra gli animali sociali sia fra quelli solitari, alcuni sono sedentari, altri nomadi.
Alcuni sono carnivori, altri erbivori, altri onnivori, alcuni sono cacciatori, altri accumulano cibo, altri ancora no.
Alcuni vivono in abitazioni, altri no, ed alcuni vivono sottoterra.
Certi animali sono notturni, altri vivono alla luce del giorno.
Ancora, vi sono animali domestici e selvatici, mentre altri possono essere rapidamente addomesticati, e tutti quanti i generi che sono domestici sussistono anche allo stato selvatico.
Alcuni animali emettono suoni, altri sono afoni, altri ancora hanno una voce; fra questi alcuni possiedono un linguaggio, altri invece non lo articolano.
Vi sono gli animali aggressivi e quelli difensivi: sono aggressivi quelli che assalgono l’avversario o lo respingono quando sono attaccati: sono difensivi quanti hanno nel loro stesso corpo un mezzo di difesa che li protegge dalle offese.
Altre dicotomie vengono presentate in base a presunte caratteristiche etologiche (come tranquillità, intelligenza, coraggio, ecc.) e sulla capacità di partecipare della memoria e di apprendere; ma nessuno, tranne l’uomo, è in grado di effettuare il richiamo alla memoria.

Sono comuni a tutti gli animali le parti con le quali viene ingerito il cibo e nelle quali esso viene accolto. Le parti in cui viene ingerito il cibo si chiama bocca, quello in cui viene accolto, stomaco; il resto assume molte denominazioni diverse. La vescica è la parte atta ad accogliere il residuo liquido, come lo stomaco il residuo solido.

Gli animali che emettono sperma nel proprio corpo si chiamano “femmina”, mentre, chi lo emette nel corpo della femmina, “maschio”.
Vi è soltanto un senso, il tatto, che sia comune a tutti gli animali.

Ogni animale possiede anche un fluido, la cui privazione gli è fatale. C’è poi un’altra parte, quella in cui il fluido si trova. Si tratta, in alcuni del sangue e della vena, in altri di parti analoghe a queste (ma in tal caso esse sono imperfette, come la fibra e il siero). Gli animali non sanguigni, come l’ape e la vespa e, tra gli animali marini, la seppia e l’aragosta, possiedono più di quattro piedi.”

[tratto dalla “Storia degli Animali” di Aristotele, IV secolo a.c.]

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