Angelo Ruffini ed i suoi corpuscoli

ANGELO RUFFINI ED I SUOI CORPUSCOLI

Angelo Ruffini (Pretare di Arquata del Tronto, 17luglio 1864 – Baragazza di Castiglione dei Pepoli, 7settembre 1929)
Angelo Ruffini è stato un biologo e medico italiano, professore di embriologia e fisiologia all’Università di Bologna (1912-1929) e socio nazionale dei Lincei (1926).
Per la smisurata passione, l’immenso entusiasmo e l’impareggiabile professionalità, con cui animava le sue auree lezioni universitarie, era amatissimo dai suoi studenti.
 Viene ricordato per gli studi sulle terminazioni nervose periferiche evidenziate con il suo metodo di impregnazione al cloruro d’oro che gli consentirono di scoprire nella cute dei mammiferi particolari corpuscoli nervosi denominati proprio in suo nome ‘Corpuscoli di Ruffini’.

Inoltre studiò i fenomeni riguardanti la gastrulazione durante l’embriogenesi. Dopo anni di intense ricerche nel campo dell’embriologia pubblicò nel 1925 un trattato di embriologia generale intitolato ‘Fisiogenia’.


la morte di Ruffini

✅ Si spense quattro anni dopo nel 1929,
‘…lontano dalla sua fucina, nel verde sorriso della natura tanto amata, circondato dal trepido amore (della sua inconsolabile famiglia, e sorretto da quella Fede cui da tempo aveva chiesto luce e conforto. Noi non abbiamo veduto più sfavillare il suo aperto sorriso sul volto chiaro dagli occhi vivi e penetranti, né più abbiamo udito il caldo suono della sua parola; tuttavia Egli è rimasto vivo in mezzo a noi, nel nostro cuore di allievi devoti, e vivo rimane nella sua scuola prediletta, ad insegnarci ancora come sulla vetta del sapere debba ardere il puro fuoco dell’entusiasmo, ad ammonirci ancora come, per un ideale di scienza, sia nobile vivere e consumarsi fino a morire’
[Gastone Lambertini; 31 marzo 1930].

i corpuscoli di Ruffini

Esistono molti tipi di recettori sensoriali situati nella pelle, ciascuno in sintonia con specifici stimoli tattili.
I corpuscoli di Ruffini sono elementi corpuscolati formati all’esterno da un rivestimento capsulato connettivale a forma affusolata e al cui interno si sviluppano terminazioni nervose ramificate altamente differenziate che perdono la mielina e si intrecciano con le strutture connettivali di sostegno.
Si riscontrano negli strati più profondi del tessuto sottocutaneo, al confine tra derma ed ipoderma, soprattutto in corrispondenza delle articolazioni, in prossimità delle unghie e dei polpastrelli della dita. Queste formazioni non sono altro che recettori sensoriali specializzati per rilevare il caldo sebbene siano in grado di percepire anche la pressione e lo stiramento sulla cute. Sono importanti, inoltre, per regolare la funzione di presa (grasping), aiutandoci a capire quando le nostre dita sono posizionate correttamente per la presa così come avviene nel momento in cui afferriamo un oggetto. Sono recettori definiti ad adattamento lento perché continuano ad inviare impulsi per tutto il tempo in cui sono stimolati emettendo impulsi quando la temperatura della cute è compresa tra i 20°C e i 45°C con una frequenza di scarica direttamente proporzionale all’aumento della temperatura cutanea e con il massimo di sensibilità tra 37°C e 40°C.

Altre caratteristiche di questi recettori sono rappresentate dalla poco reattività alla temperatura di 45°C e dall’attivazione intensa tra i 46°C e i 50°C (‘Freddo paradosso’ che si realizza durante una doccia bollente).


LA SCOPERTA DEI CORPUSCOLI (Addendum)

Sui primi giorni del 1891 io ricercavo in un individuo, morto per tabe dorsale, se i corpuscoli nervosi terminali dei polpastrelli delle dita avessero patito nessuna alterazione, quando mi accadde d’osservare alcune forme di terminazioni nervose, che nè io conoscevo nè trovavo che alcuno avesse mai descritte. Estesi allora le mie ricerche sopra altri quindici individui, dei quali sette uomini ed otto donne, di diversa età, dai venti ai sessanta anni, e vidi quelle speciali terminazioni trovarsi costantemente in ciascuno di essi e sempre colle medesime caratteristiche, sì nelle dita della mano che in quelle del piede. …

lo adunque ho trovato nei polpastrelli dell’uomo due specie di terminazioni, delle quali una nuova per forma e per sede (Organi nervosi terminali), l’altra nuova solo per sede (corpuscoli Golgi-Mazzoni); perocché la loro conoscenza rimonta fino al 1880, anno in cui il Golgi primo li descrisse e li chiamò; gomitoli, clave, diverse forme di corpuscoli paciniani e che il Fusari e Monti, nel loro recente Compendio di Istologia generale, chiamano: Terminazioni nervose nei tendini analoghe ai corpuscoli di Pacini. Tutte queste denominazioni a me sembrano un po’ vaghe e generiche, non valendo esse a designare con esattezza e precisione questa specie di corpuscoli, per cui mi pare più giusto chiamarli: Corpuscoli Golgi-Mazzoni, dal nome dello scopritore e di colui che nel 1891 ne descrisse con maggiore esattezza la terminazione della fibra nervosa, cioè il Mazzoni. Oltre a ciò la mia denominazione ha il vantaggio della brevità, condizione tanto necessaria al giorno d’oggi specialmente pel la nomenclatura delle scienze anatomiche. …

Si trovano di preferenza nel contermine fra lo strato reticolare del derma ed il tessuto connettivo sottocutaneo, ma non è raro il caso di trovarli anche nella parte più profonda di detto connettivo (fig. 13). È degno di nota il fatto come questi organi si trovino sempre discosti dalle zolle adipose e stiano annidati fra i setti connettivali che si frappongono e delimitano le zolle adipose medesime. …

Nella maggior parte dei casi adunque la fibra nervosa, appena entrata nell’interno del corpuscolo, a contatto cioè della sostanza granosa di sostegno e ridottasi in puro cilindrasse, si divide in un numero piuttosto rilevante di esili ramoscelli secondari, i quali presentano a brevissimi intervalli degli ingrossamenti di svariate forme.

L’anatomia comparata, l’anatomia patologica e lo sperimento non possono naturalmente darci oggi nessun lume per la interpretazione fisiologica di questi organi nervosi. …

La fisiologia verrebbe in qualche modo a sedurci nell’accettare ciò che a questo riguardo ci suggerisce. Ed ecco infatti quello che in essa leggiamo: « Vi fu questione se il senso della temperatura si dovesse ammettere come funzionato da organi diversi o dai medesimi organi che servono al senso del tatto; ed in favore della distinzione si citano dei casi patologici in cui era stata notata una iperestesia del senso della temperatura senza alterazione del senso della pressione; e dei casi in cui il paziente non distingueva il caldo dal freddo, mentre sentiva bene il contatto. Questi fatti però non valevano a provare che gli organi dei due sensi erano veramente distinti, perchè potevano dipendere da alterazioni speciali dei centri nervosi. Le recenti osservazioni di Blix e Goldscheider tendono a provare che esistono realmente degli organi periferici distinti per il senso del tatto, del caldo e del freddo; ma non sappiamo quali possono essere» (Albertoni e Stefani, Manuale di fisiol. umana, pag. 470).

Non potendo, per mio conto, inoltrarmi di più nel campo delle ipotesi, non posso che por fine al mio scritto augurandomi che un avvenire non molto lontano porti un pò di luce anche su quest’argomento, che non mi sembra del tutto privo d’interesse.

[“Di un nuovo organo nervoso terminale e sulla presenza dei corpuscoli Golgi-Mazzoni nel connettivo sottocutaneo dei polpastrelli delle dita dell’uomo“, di dott. Angelo Ruffini, Tipografia della R. Accademia dei Lincei, 1894]


Ruffini e Sherrington

“Corpuscolo di Ruffini” da diapositiva originale inviata da Ruffini a Charles Sherrington.

Tra il 1896 e il 1903 Ruffini ebbe una corrispondenza regolare con il fisiologo inglese Charles Sherrington (Londra, 27novembre 1857 – Eastbourne, 4marzo 1952; Premio Nobel per la Medicina nel 1932 insieme a Edgar Douglas Adrianper le loro scoperte sulle funzioni dei neuroni“) . Questa relazione ebbe un’evoluzione dopo che Ruffini inviò copie dei suoi articoli sulle terminazioni nervose muscolari a Sherrington. Ruffini inviò a Sherrington anche undici diapositive di “Organi nervosi” e Sherrington fu determinante nel far pubblicare il lavoro di Ruffini sul “Journal of Physiology“.


Fonti:

Articolo di Domenico Dentico


Addendum del dott. Concetto De Luca


 

Un pensiero su “Angelo Ruffini ed i suoi corpuscoli


  1. Pregevole riconoscimento al Prof.Angelo Ruffini. Vorrei conoscere le sue lettere a Sherrington.

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