Vittorio Putti, un grande dell’Ortopedia

VITTORIO PUTTI E L’ISTITUTO ORTOPEDICO RIZZOLI: IL MEGLIO DELL’ORTOPEDIA DI PRIMA META’ DEL NOVECENTO

Vittorio Putti (a sinistra) e Harvey Cushing in una foto del 1931

Ritratto di Vittorio Putti all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Autore: Philip de Laszlo (c. 1925)

La vita e la carriera di Vittorio Putti (Bologna, 1marzo 1880 – Bologna, 1novembre 1940) sono legati in maniera indissolubile al grande ortopedico Alessandro Codivilla (21marzo 1861 – 28febbraio 1912), suo mentore, e l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna (fondato nel 1896), centro di eccellenza clinico e sperimentale la cui fama fu esportata in tutto il mondo proprio dal Putti.
Dopo la laurea nel 1903, sotto l’impulso di Codivilla, il Putti andò a formare la sua conoscenza il Germania nel campo radiologico (che era nato da non più di dieci anni) ed in Austria nel settore della chirurgia.
Il Putti affrontò gli anni della prima guerra mondiale da direttore dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, sostenendo le necessità ortopediche dei numerosi feriti nei campi di battaglia.
Terminato il conflitto mondiale, egli ritornò ad occuparsi dei problemi quotidiani.


il rizzoli e l’istituto elioterapico

Vittorio Putti esamina un caso di lussazione congenita dell’anca nel 1912. Questa malattia lo ricorda con l’eponimo del ‘segno di Putti’.

Nel 1923, trasformò un vecchio albergo di Cortina d’Ampezzo in un efficiente Istituto Elioterapico per la cura della tubercolosi osteoarticolare che chiamò “Istituto Codivilla” in onore del Suo Maestro.
Eccellente chirurgo, ottimo organizzatore, figura carismatica il Prof. Putti richiamò in Istituto non solo giovani talenti desiderosi di apprendere nuovi metodi operatori nel campo della chirurgia degli organi di movimento ma anche illustri colleghi provenienti da tutte le parti del mondo. Nel 1931 ospitò il grande neurochirurgo Harvey Cushing tra le Dolomiti, presso il centro elioterapico di Cortina.
Il Putti si interessò a tutti i maggiori problemi dell’Ortopedia ed introdusse nuovi metodi e originali strumenti; mostrò il metodo di trattamento dell’anchilosi, la lussazione congenita dell’anca, le deformità post-traumatiche, l’accorciamento degli arti, le paralisi e i tumori ossei. Il suo contributo alla chirurgia delle lesioni dei nervi periferici e il suo lavoro sulla tecnica di amputazioni cinematiche e sulla protesizzazione dell’articolazione del ginocchio lo hanno posto fra i grandi dell’Ortopedia.


riferimenti

 

Un pensiero su “Vittorio Putti, un grande dell’Ortopedia


  1. Complimenti e tanti auguri da un collega e “figlio di Putti”, formatosi al Rizzoli e professore di Storia della Medicina nell’Universidad Central de Venezuela che lo saluta da Caracas.
    J. Assiso.

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