Un pioniere dello stent coronarico

UN PIONIERE DELLO STENT CORONARICO

“Nel 1978 i chirurghi consideravano l’angioplastica coronarica un grande errore”

[U. Sigwart]


Per vedere il video in lingua inglese con i sottotitoli in inglese, clicca su: https://www.youtube.com/watch?v=IsINi4_SOlo

Ulrich Sigwart (nato il 9marzo 1941 in Germania) è un cardiologo noto per il suo ruolo pioneristico nella concezione e nell’uso clinico degli stent vascolari. Egli ha anche introdotto un intervento non chirurgico per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Lo stent può essere applicato in differenti ambiti: arterie e vene, dotto biliare, tratto urinario, esofago, colon, trachea, ecc.

Ulrich Sigwart ha riportato il suo primo impianto di uno stent intra-coronarico nel giugno del 1986 a Losanna, Svizzera, dopo averlo sperimentato con successo sugli animali.


BREVE BIOGRAFIA

Sigwart è nato a Wuppertal nel 1941.

Suo padre fu un oppositore del regime nazista. Alla morte del padre Ulrich aveva un anno d’età. Egli frequentò la scuola di Medicina a Friburgo e Basilea, dove conobbe la sua futura moglie, Christine Sartorius, discendente di una famiglia di teologi e accademici di Basilea. Nel 1968 si trasferì con la famiglia a Framington, Massachusetts, per eseguire la specializzazione in cardiologia.

Conclusa la specializzazione, nonostante diverse offerte per rimanere negli Stati Uniti, nel 1973 Sigwart tornò in Europa. Dopo un’ulteriore formazione presso l’ospedale universitario di Zurigo, in Svizzera, “la culla di molte idee”, venne reclutato a Bad Oeynhausen, in Germania, per avviare un programma di cardiologia invasiva in un centro cardiaco di nuova costituzione.


UN LAVORO INNOVATIVO

Ulrich Sigwart ed il suo team di Losanna, 1986.

Il suo lavoro sull’automazione nel cateterismo cardiaco ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo dell’attuale uso dei computer nella valutazione emodinamica. Da lì Sigwart si trasferì all’ospedale universitario di Losanna, dove durante il suo incarico di 10 anni (1979-1989), ha svolto un ruolo fondamentale nel concetto e nell’applicazione finale dello stent coronarico. La sua descrizione della sequenza di eventi nell’ischemia miocardica ha prodotto una delle illustrazioni più citate.

Sigwart è stato il primo a riferire sull’uso clinico degli stent per prevenire l’occlusione improvvisa e la ristenosi dopo l’angioplastica transluminale nel suo report fondamentale pubblicato il 19marzo 1987 sul New England Journal of Medicine.


Il posto di Ulrich Sigwart nella storia dello stent arterioso

Ulrich Sigwart

Andreas Gruentzig aveva già riconosciuto il problema della chiusura improvvisa e della ristenosi dopo l’angioplastica. La necessità di un’adeguata forma di supporto endoluminale nella speranza di ridurre o prevenire questo problema divenne evidente. Diversi ricercatori hanno immaginato tali dispositivi durante i primi anni di applicazione clinica dell’angioplastica. Dopo un rassicurante lavoro sugli animali con stent a rete autoespandibile a Losanna, Sigwart ha riportato i primi impianti umani di tali impalcature vascolari. Questi stent vascolari, impiantati nella circolazione periferica e coronarica, erano dispositivi a molla multifilamento autoespandibili realizzati in acciaio. Il lavoro di Sigwart ha migliorato in maniera significativa l’angioplastica ed ha offerto la possibilità di superare il problema dell’occlusione improvvisa e della recidiva.

I primi lavori di stenting di Sigwart hanno riscosso grande interesse e molti autori si sono recati a Losanna per osservare la tecnica in pratica.


uno strumento utile per prevenire le ristenosi coronariche

In un articolo del 1987 intitolato “Stent intravascolari per prevenire l’occlusione e la restenosi dopo l’angioplastica transluminale“, Sigwart et al. hanno fornito un interessante resoconto dell’uso clinico degli stent per prevenire l’occlusione e la restenosi. Il lavoro di Sigwart gli ha anche fornito l’opportunità di osservare i risultati e le carenze derivanti dalla terapia con stent. Ecco quanto affermava l’articolo nell’abstract:

La nostra esperienza preliminare suggerisce che questa endoprotesi vascolare può offrire un modo utile per prevenire l’occlusione e la ri-stenosi dopo l’angioplastica transluminale. sarà necessario un follow-up a lungo termine per convalidare il successo iniziale di questa procedura.

(N Engl J Med 1987; 316:701–6.)


riferimenti:

 

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