Origine della chemioterapia

ORIGINE DELLA CHEMIOTERAPIA

Sidney Farber (1903-1973)

Nel 1948 il patologo statunitense Sidney Farber (Buffalo, 30settembre 1903 – Boston, 30marzo 1973) riportò il primo trattamento di successo della leucemia infantile con antagonisti dei folati.
Sulla base dell’evidenza aneddotica che la leucemia acuta peggiorava nel bambini se a costoro veniva somministrato acido folico, egli iniziò il suo lavoro sul metabolismo del blocco dell’acido folico. Insieme al suo team, egli somministrò a bambini con leucemia linfocitica acuta un inibitore dell’acido folico, l’aminopterina, sintetizzato dal grande biochimico indiano Yellapragada Subbarow (12gennaio 1895 – 8agosto 1948). Dieci di loro mostrarono miglioramenti dei parametri clinici ed ematologici dopo tre mesi. Questa fu la prima volta in cui venne interrotto il decorso naturale della malattia oncologica.


le prime remissioni del nefroblastoma

Sidney Farber al microscopio da giovane.

Incredibilmente però, i suoi risultati pubblicati sul numero del 3 giugno 1948 del NEJM, invece di acclamazione e accettazione, ricevettero tra la comunità scientifica un misto di incredulità e resistenza. Parte del motivo era culturale: nell’intera storia della medicina, nessun farmaco si era dimostrato efficace contro i tumori non solidi.

Nel 1954 Sidney Farber ed i suoi colleghi del centro oncologico di Boston (che diverrà in seguito il “Dana-Farber Cancer Instute“) otterranno le prime remissioni del tumore di Wilms (nefroblastoma), una forma comune di cancro di età pediatrica, utilizzando il farmaco actinomicina-D associato a radioterapia. 

A metà degli anni cinquanta, Farber convinse l’ospedale pediatrico di Boston a dargli un intero piano di degenza su cui mettere in pratica i suoi principi. L’ospedale accettò e divenne il modello per la cura del #cancro pediatrico in tutto il mondo.


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