Il professor Fiamberti ed il “preteso corpo”

Il professor Fiamberti ed il “preteso corpo”

Metodo Fiamberti di leucotomia prefontrale (immagine tratta dal documentario ‘Il Preteso Corpo’)

Adamo Mario (Amarro) Fiamberti,  (Stradella, 10settembre 1894 – Mestre, 1970) è stato uno psichiatra italiano che per primo, nel 1937 eseguì un’operazione di lobotomia transorbitale, accedendo ai lobi frontali del cervello attraverso le orbite oculari. La tecnica fu applicata largamente da Fiamberti in Italia e da Walter Freeman negli Stati Uniti, con strumenti differenti.

Fiamberti a partire dal 1932 fu direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Sondrio; tra il 1935 e il 1937 si trasferì a Vercelli e, mentre ancora il nuovo ospedale psichiatrico era in costruzione, ne fu nominato direttore. Qui, oltre a seguire il completamento della struttura, ne elaborò i regolamenti per il futuro funzionamento. Nel 1937 si trasferì poi a Varese per assumere la direzione del nuovo Ospedale Psichiatrico Provinciale di Bizzozzero. Guidò quell’ospedale fino al 1964, anno del suo collocamento in pensione.


un approccio neurobiologico alla psichiatria

approccio alla patologia psichiatrica tramite shock ipoglicemico indotto con insulina (immagini tratte dal documentario ‘Il Preteso Corpo’).

Fedele alla tradizione neuropatologica italiana alla quale si era formato, Fiamberti fu tra i sostenitori delle terapie biologiche e dell’indirizzo morfologico nell’indagine scientifica, che seguì assiduamente nelle ricerche autoptiche.

Un settore di indagine al quale il Fiamberti si interessò in modo particolare fu quello della acetilcolinoterapia. La sua proposta di cura della schizofrenia con l’acido acetilcolinico (la cosiddetta ‘burrasca vascolare acetilcolinica‘) s’inseriva nel generale quadro di fiduciosa adesione del tempo alle terapie di shock.


Terapie di Shock

approccio alla patologia psichiatrica tramite shock al metrazolo (immagini tratte dal documentario ‘Il Preteso Corpo’).

La storia delle terapie di shock s’iniziò con l’introduzione della tecnica del coma insulinico nel trattamento di differenti tipi di pazienti psichiatrici: il neurologo austriaco di origine ebraica Manfred Sakel (1900-1957) aveva notato che gli stati ipoglicemici più profondi avevano un effetto favorevole su diversi quadri psicotici e, pur senza partire da predeterminazioni teoriche definite, con alcuni lavori pubblicati tra il 1933 e il 1936 aveva proposto lo shock insulinico, impostosi subito largamente come cura biologica della schizofrenia.


altre forme di shock considerate terapeutiche

Si dovette poi, in quello stesso periodo di tempo, al neurologo ungherese di origini ebraiche Ladislas Joseph von Meduna (1896-1964) la segnalazione dell’efficacia terapeutica delle convulsioni epilettiche su certi quadri psicotici, basata sulla convinzione di un antagonismo di compatibilità biologica fra epilessia e schizofrenia: l’ipotesi originale di questo autore fu formulata nel 1934 e segnalata alla comunità psichiatrica nel 1935 con il perfezionamento del metodo di shock al cardiazolo (o pentetrazolo o metrazolo).

Su tali esperienze si era fondato Ugo Cerletti per dare il suo contributo veramente fondamentale in questo capitolo di cure nel 1938, con la messa a punto, della tecnica dell’elettroshock.


lo shock acetilcolinico del prof. Fiamberti

Il Fiamberti, che aderì subito alle suggestioni di queste pratiche di terapia biologica della psicosi, era entrato nella discussione nel 1937 quando, dopo aver compiuto esperienze con l’acido acetilcolinico, segnalava il possibile uso terapeutico della sostanza, che appariva in grado di indurre crisi a carattere epilettico. Nei suoi esperimenti su pazienti con diagnosi di patologie psichiatriche egli utilizzò la sua ‘burrasca vascolare acetilcolinica‘ a dosaggi di 0,30 grammi e 0,60 grammi endovena di acetilcolina prodotta dalla compagnia farmaceutica Roche.


Il preteso corpo

L’approccio del Fiamberti mostrò naturalmente di essere meno violento rispetto alle altre forme di shock, sia in termini di durata che intensità degli spasmi provocati, mostrando in diversi casi <, a giudizio dello stesso Fiamberti, netti miglioramenti e perfino guarigioni delle condizioni cliniche dei pazienti.

La didascalia al video su Youtube riporta che Il ‘Preteso Corpoè un documentario ospedaliero sulla sperimentazione di un medicinale  (l’acetilcolina) prodotto dal una nota casa farmaceutica (la Roche) su persone considerate psichiatricamente tarate che provocava una “tempesta vascolare” con orribili convulsioni. I pazienti venivano dimessi quando riuscivano a fare il saluto fascista. Trovato al mercatino della Fiera di Senigallia a Milano, firmato da Alberto Grifi come ready made. Anno: 1977; Formato: 16 mm; muto, B/N Durata: 19′


I metodi Fiamberti

Il metodo del Fiamberti, ricordato come speciale capitolo delle terapie di shock accanto alle tecniche più diffuse, dopo un breve periodo di diffusione e di applicazione negli anni cinquanta del novecento, tramontò rapidamente per la fragilità delle sue basi teoriche, prima ancora che per il generale allontanamento degli psichiatri dalle terapie biologiche.

Maggiori risultati e riconoscimenti di valore in campo internazionale furono raggiunti invece dal Fiamberti con la sua proposta della leucotomia transorbitaria.


tra neurobiologia, chirurgia e psicoterapia

Un ruolo centrale, nella sua produzione scientifica, è costituito infatti dall’impegno in questo capitolo, che aveva assunto posizioni rilevanti nelle discipline neurochirurgiche, in consonanza con l’orientamento generale dell’epoca.  La disciplina prese il nome di “psicochirurgia” e, pur attraversata da molte discussioni, vide ampliarsi largamente la schiera dei suoi sostenitori lungo gli anni Quaranta e Cinquanta, prima di essere abbandonata nei decenni seguenti.

Un terzo argomento scientifico che egli coltivò con interesse nelle pratiche applicazioni del suo ospedale, era quello della psicoterapia d’ambiente secondo le nuove teorizzazioni che riprendevano e rielaboravano i più antichi concetti del non restraint, applicandoli a quelli aggiornati di ergoterapia.


riferimenti:

 

2 pensieri su “Il professor Fiamberti ed il “preteso corpo”


  1. Molto interessante . Sono uno psichiatra e ho sempre pensato che il futuro della psichiatria non può che essere chirurgico . L’attuale scarsa conoscenza del cervello ci impedisce di procedere ma , d’altra parte , non possiamo pensare solo ai psicofarmaci per la cura delle malattie mentali .


    1. Io non sono uno psichiatra,ma penso che per poter arrivare a curare malattie psichiatriche intervenendo chirurgicamente,occorra una conoscenza del cervello che siamo molto lontani dal possedere.
      Del resto una volta raggiunta la conoscenza necessaria per intervenire chirurgicamente,si potrebbe studiare un farmaco che facesse per via chimica quello che si potrebbe fare per via chirurgica.Con la differenza che le terapie farmacologiche sono in genere reversibili,quelle chirurgiche no.
      E modificare in maniera irreversibile comportamento che magari oggi giudichiamo malati,ci esporrebbe a vari rischi….e dovrebbe preoccuparci.
      Un assaggio ce lo può dare rileggerci come venne usata la lobotomia….

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