Breve storia dell’eritropoietina

Breve storia dell’eritropoietina

Paul Carnot (16gennaio 1869 Limoges – 1aprile 1957 Parigi).

Foto di Clotilde-Camille Deflandre nel 1910.

Nel 1905, Paul Carnot, un professore dell’Università di Parigi, e la sua assistente, Clotilde Deflandre (21novembre 1871 – 7giugno 1946),  proposero l’idea di prodotti che regolano la produzione dei globuli rossi. Dopo aver condotto esperimenti su conigli sottoposti a salassi, Carnot e Deflandre attribuirono l’incremento dei globuli rossi ad un fattore chiamato “emopoietina” [1].
In Finlandia, le fisiologhe Eva Bonsdorff ed Eeva Ottilia Jalavisto continuarono a studiare la produzione dei globuli rossi ed in seguito, nel 1948, chiamarono la sostanza “eritropoietina” (EPO[2].
L’ematologo John Adamson ed il nefrologo Joseph W. Eschbach (1933-2007), all’Università di Washington, esaminarono le varie forme di insufficienza renale e il ruolo dell’ormone naturale EPO nella formazione dei globuli rossi. Studiando le pecore ed altri animali negli anni settanta del novecento, i due scienziati diedero una mano importante nel determinare che l’EPO stimola produzione di globuli rossi nel midollo osseo e nel trovare un’arma importante del trattamento delle anemie.


PURIFICAZIONE E PRODUZIONE

Eeva Ottilia Jalavisto (21marzo 1909 – 12giugno 1966)

Joseph W. Eschbach (21gennaio 1933 – 7settembre 2007)

Nel 1968, Goldwasser Kung iniziarono il lavoro di purificazione dell’EPO, e riuscirono a purificare materiale puro nella percentuale del 95% entro il 1977. La purificazione dell’eritropoietina permise di identificare ed isolare il gene [3].
In seguito, un ricercatore della Columbia University scoprì un modo per sintetizzare l’EPO.
Negli anni ottanta del novecento, J. W. Eschbach e colleghi condussero un trial clinico presso il Northwest Kidney Centers di Seattle, per una forma sintetica dell’ormone, Epogen, prodotto dalla compagnia farmaceutica biotech Amgen. Il trial ebbe successo e i risultati furono pubblicati sul New England Journal of Medecine del gennaio 1987.[4] Il loro studio, “Correction of the anemia of end-stage renal disease with recombinant human erythropoietin. Results of a combined phase I and II clinical trial”, eseguito su 25 pazienti, mostrò che 500 unità pro-chilo di Epogen erano in grado di aumentare il valore dell’ematocrito di 10 punti e migliorare la cinetica del ferro.
Nel 1985, Lin ed altri isolarono il gene dell’eritropoietina da una libreria fagica genomica e riuscirono a caratterizzarla per la ricerca e la produzione. [5]
La produzione industriale di EPO ricombinante umana (RhEPO) per il trattamento dell’anemia iniziò subito dopo; infatti nel 1989 la Food and Drug Administration approvò l’ormone Epogen, che rimane in uso anche oggi.


PRIMA DELL’EPOGEN

Negli anni sessanta del novecento, l’introduzione dell’emodialisi nella pratica clinica pose il rilievo il problema dell’anemia nei pazienti affetti da insufficiente renale.
Prima dell’Epogen, i trattamenti per l’anemia includevano le trasfusioni di sangue e terapie a base di testosterone. Con l’introduzione dell’Epogen nel 1989, questo farmaco divenne lo standard per la gestione dell’anemia nei pazienti dializzati. [6]


FONTI:
1) http://en.wikipedia.org/wiki/Erythropoietin
2) Jelkmann W (2007). “Erythropoietin after a century of research: younger than ever“. Eur J Haematol. 78 (3): 183–205
3) Miyake T, Kung CK, Goldwasser E (Aug 1997). “Purification of human erythropoietin“. J. Biol. Chem. 252
4) Eschbach JW, Egrie JC, Downing MR, Browne JK, Adamson JW (January 1987). “Correction of the anemia of end-stage renal disease with recombinant human erythropoietin. Results of a combined phase I and II clinical trial“. N. Engl. J. Med. 316 (2): 73–8.
5) Lin FK, Suggs S, Lin CH, Browne JK, Smalling R, Egrie JC, Chen KK, Fox GM, Martin F, Stabinsky Z (November 1985). “Cloning and expression of the human erythropoietin gene
6) http://www.storiadellamedicina.net/amgen.html


 

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