Non solo odio razziale: la morte del povero George Floyd vista da un medico del 118

NON SOLO ODIO RAZZIALE: LA MORTE DEL POVERO GEORGE FLOYD VISTA DA UN MEDICO DEL 118 ITALIANO

Il poliziotto Derek Chauvin ed il povero George Floyd.

Un paio di giorni dopo l’omicidio brutale del povero George Floyd, l’afroamericano di 46 anni assassinato il 25 maggio 2020 da alcuni poliziotti di Minneapolis, si sono diffuse in tutto il mondo le immagini di quell’assurdo assassinio riprese da diversi cellulari per opera dei passanti astanti sul luogo.

In particolare, su youtube ho avuto la possibilità di vedere e scaricare in maniera esaustiva un video di dieci minuti in cui si assiste all’agonia del povero Floyd per mano (o meglio dire, per ginocchia) dell’agente Derek Chauvin e colleghi, ed insieme a ciò al disastroso intervento sanitario dei paramedici intervenuti per prestare soccorso all’uomo di colore.
Da questo video ho estratto dei frame, con riportato il minutaggio, in cui si evidenziano le gravi carenze di coloro che a stento riesco a chiamare soccorritori (il termine più appropriato credo sia quello di ‘cassamortari‘).


UN VIDEO ENTRATO NELLA STORIA DEGLI USA

Il video inizia con il povero Floyd già a terra e l’agente Chauvin che gli comprime il ginocchio sinistro sul collo. Già da subito i poliziotti sono in totale controllo della situazione dal momento che Floyd è ammanettato con i polsi alla schiena per cui i suoi movimenti sono notevolmente limitati. Insieme a Chauvin altri due agenti lo tengono fermo a terra mentre un quarto agente ‘controlla’ l’ambiente intorno a loro. I passanti nel frattempo iniziano ad affollare sempre più la scena e molti di loro la riprenderanno da diverse angolazioni in tutta la sua crudezza.
Floyd da terra, a pancia in giù, chiede clemenza ai policemen e si lamenta di non riuscire a respirare; cerca con i movimenti del collo di allentare la pressione che gli esercita il ginocchio di Chavin. Ma egli rimane sempre impassibile e senza pietà nella sua opera di distruzione umana; sembra si diverta a giocare con il collo del povero Floyd.


il soffocamento del povero Floyd

L’arrivo dei paramedici (minuto 06.45 del video)

La forza della sua coscia rimane costante e la mano, ricoperta da un guanto nero, fornisce ulteriore pressione a tutto l’arto inferiore. La gamba destra non si vede con precisione, ma mentre il ginocchio sinistro lavora sul collo, quello destro sembra schiacciare il torace provocando ulteriore dolore allo stomaco e riducendo le capacità respiratoria del povero Floyd. La tecnica di provocare la morte di una persona schiacciando con il corpo il torace altrui si chiama ‘burking‘ e prende il nome da William Burke, uno dei due criminali scozzesi che negli anni venti dell’ottocento procurava cadaveri ‘freschi’ agli anatomisti di Edimburgo insieme ad collega “bodysnatcher” di nome William Hare.
Con il passare dei minuti le forze del povero Floyd si esauriscono completamente, ed intorno al quarto minuto del video i movimenti del suo corpo e le sue suppliche si interrompono. I passanti si accorgono che la situazione sta precipitando e chiedono con maggiore insistenza ai poliziotti di porre fine a quel vero e proprio massacro. Ma loro niente. le ginocchia di Chauvin continuano a premere sul corpo del povero Floyd mentre il collega tiene la folla a debita distanza.


L’arrivo dei paramedici

Arriviamo al minuto 6.45 del video, quello del soccorso sanitario, che inizia con l’arrivo dei paramedici in ambulanza. Per me che lavoro nel 118 si direbbe “arrivano i nostri”. E cosa fanno i nostri baldi soccorritori? Al minuto 6.58, uno di loro prova a reperire in maniera del tutto grossolana un bagliore di parametro vitale cercando di trovare il polso carotideo nel collo del paziente mentre il policeman continua bellamente a giacere sul torace di costui. Cosa avrà mai percepito e pensato il nostro bravo paramedico? Magari avrà percepito un flebile polso, dal momento che egli non da inizio ad alcuna manovra rianimatoria. Ed anzi, come niente fosse, i due paramedici preparano la lettiga con il lenzuolo per il trasporto del paziente.
Va detto che dal punto di vista di noi centodiciottisti questo è un comportamento sanitario insufficiente e per niente professionale: non vengono rilevate la pervietà delle vie aeree, l’espansione del torace, la saturazione del sangue, i parametri elettrocardiografici ed alcuna risposta neurologica.

 


un comportamento per niente professionale

Nei fatti, come se nulla fosse accaduto, i paramedici caricano il povero Floyd ancora ammanettato sulla barella. Una volta che il paziente è stato posizionato sulla barella, un poliziotto gli rimuove le manette (minuto 8.25 del video). Nel frattempo, non sembra essere stato rilevato alcun parametro vitale e non è stata avviata alcuna forma di supporto per la respirazione e l’attività cardiaca.
Non dico il monitor multiparametrico con defibrillatore, acceso venoso e farmaci come l’adrenalina, ma dove sono il DAE, il pallone ambu, l’ossigeno e le compressioni toraciche? Perché questa superficialità? Una pronta assistenza sanitaria di base avrebbe potuto salvare la vita del povero Floyd nonostante la brutalità dei poliziotti.


impreparati dall’arrivo

Niente, questi due ‘cassamortari‘ non hanno fatto niente di quanto era nelle loro possibilità per salvare la vita al povero Floyd. Negli oltre due minuti e mezzo in cui compaiono nella scena i paramedici svolgono un ruolo totalmente passivo: non attrezzati dal punto di vista sanitario, inetti, silenti, incompetenti, quasi complici direi.
Se nei miei 15 anni di 118 in cui ho lavorato in Piemonte e Sardegna, mi fossi comportato una sola volta così, ancora oggi proverei rimorso per quell’incompetenza.
A questo punto mi sorge spontanea la domanda: è stato il comportamento sanitario dei due paramedici così poco professionale o è proprio il servizio 911 che è più scadente del nostro 118, così tanto deprezzato da più parti in Italia e che in tanti vogliono de-medicalizzare?


autore:
  • dr. Concetto De Luca, medico 118 di Olbia 

 

Un pensiero su “Non solo odio razziale: la morte del povero George Floyd vista da un medico del 118


  1. Analisi abbastanza cruda, ma veritiera sull’accaduto. Anche io, anestesista in pensione, pur guardando con minore attenzione il video, ho notato un comportamento alquanto “flaccido” dei soccorritori. Si poteva salvare il povero George Floyd? Non so, certo è imbarazzante aver visto un tale “soccorso”. CASSAMORTARI? in effetti…

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