Nascosti per vedere

Nascosti per vedere

De Oculis

Oculi ab occludendo vel occultando dicti, eo quod sub palpebris occultentur, sunt instrumenta visus, coslata ex humoribus, membranis, musculis, vasis, aliifquis partibus.
Siti sunt in loco eminenti, ceu speculatores , in antris osseis periostio succintis, munimenti tutioris ergo.
Numero duo, ob perfectionem visus, et ut uno deficiete, alter vicem suppleret. Objectum tamen unum semel tantum videt uterque non duplex, sive quod facultas judicans et cognoscens una fit, ut censet Aquapendens; sive quod visuales

Thomas Bartholin, Anatome, pagg. 505-507


Gli occhi visti dal Bartholin

Nell’opera “Anatome“, l’anatomista danese Thomas Bartholin (1616-1680), figlio di Caspar Bartholin (Malmö, 12febbraio 1585 – Sorø, 13luglio 1629), anche lui anatomista, riporta quanto segue:

“Gli occhi (oculi), sono chiamati così perchè vengono chiusi o occultati, in quanto nascosti sotto le palpebre. Essi sono gli strumenti della vista, composti di fluidi, membrane, muscoli, vasi e altre parti.
Stanno stanziati in un luogo elevato ed osservano, dall’incavo del periostio delle ossa, il baluardo più sicuro.
Sono nel numero di due, per completezza di vista, e perché se ne mancasse uno, l’altro lo supplisce a sua volta. Eppure ogni persona vede un oggetto solo una volta, e non due, così che la facoltà di giudicare e conoscere diventa una sola, come pensa (l’anatomista italiano) Acquapendente”.


riferimenti:

 

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