Hakaru Hashimoto e la tiroidite che porta il suo nome

Hakaru Hashimoto lo scienziato giapponese a cui si deve la descrizione dello “struma limphomatosa” o Tiroidite di Hashimoto

Hakaru Hashimoto (5maggio 1881 – 9gennaio 1934)

Hakaru Hashimoto nasce il 5 maggio del 1881 nel minuscolo villaggio del Midai a pochi chilometri da Iga Ueno, sede della scuola per Ninja. Inizia la sua istruzione primaria nel 1886 alla Third High School di Kyoto. Nel 1903 si iscrive alla Facoltà di Medicina di Fukuoka che era stata fondata proprio in quell’anno come sede staccata dell’Università di Kyoto con rettore il Prof. Ohmori che aveva raccolto docenti di valore e studenti promettenti con l’obiettivo di creare un’autorevole scuola di medicina, presso la quale Hashimoto si laurea nel 1907.

Successivamente entra nel Dipartimento di Chirurgia sotto la guida del primo neurochirurgo giapponese Havari Miyake, che era stato allievo a Tokyo di Scriba ed aveva trascorso due anni in Germania prima a Konigsberg e poi a Breslavia al seguito del Prof. von Mikulicz.

Tra il 1905 e il 1909 Hashimoto si dedica allo studio di campioni istologici di alcuni pazienti che avevano subito una tiroidectomia parziale per gozzo.


studiando pazienti tiroidectomizzati

Immagine 5 dell’articolo di Hashimoto del 1912 “Sulla conoscenza dell’alterazione linfomatosa della tiroide (struma linfomatosa)”.

Egli nota che non si tratta del consueto gozzo colloide ma di un gozzo caratterizzato da una infiltrazione di cellule linfoidi o “struma lymphomatosa”. L’istologia era simile a quella della malattia di Basedow-Graves però con una clinica del tutto diversa (gozzo esoftalmico).

Nel 1912 Hashimoto pubblica questa sua scoperta sulla rivista tedesca Archiv fur Klinische Chirurgie in aggiunta ad altri due articoli sulla erisipela e sulle lesioni penetranti della parete del torace. Poco dopo queste pubblicazioni, Hashimoto parte per un viaggio di specializzazione in Germania con l’obiettivo di continuare ma anche di confermare le sue osservazioni, ma nel 1914 a causa dello scoppio del primo conflitto mondiale viene costretto a lasciare Gottingen e ritornare in patria, stabilendosi nella cittadina di Igamachi diventando molto popolare come medico condotto per le numerose visite effettuate a domicilio. Proprio durante una di queste sue visite si ammala di febbre tifoide che lo conduce ad una morte prematura avvenuta il 9 gennaio del 1934.


la malattia di Hashimoto

Noel R. Rose (3dicembre 1927 – 30luglio 2020)

Inizialmente, a partire dal 1913 il nome di malattia di Hashimoto o struma lymphomatosa fu alquanto discusso dalla Comunità Scientifica Tedesca e Internazionale, poiché il suo quadro descritto dal ricercatore giapponese era ritenuto come una fase iniziale della tiroidite di Riedel o tiroidite fibrosa con infiltrazione di plasmacellule IgG4 secernenti.

Si deve arrivare al 1931 per avere la conferma che lo struma linfomatoso era una malattia indipendente e diversa da quella descritta da Reidel.

Solo nel 1939 il termine di tiroidite di Hashimoto veniva riconosciuto universalmente. Tuttavia, la malattia continuava a rimanere ancora una rarità poiché non era stata ancora associata all’ipotiroidismo.


presenza di autoanticorpi

Ivan Roitt

La svolta si ebbe nel 1956 quando due immunologi statunitensi dell’Università di Buffalo, rispettivamente Ernst Witebsky (3settembre 1901 – 7dicembre 1969) e Noel R. Rose (1927 – 2020), dimostrarono per primi che la tireoglobulina di coniglio iniettata insieme all’adiuvante di Freund [Adiuvante tipo emulsione acqua in olio nel quale micobatteri uccisi ed essiccati (di solito M. tubercolosis) sono sospesi nella fase oleosa, ndr] non solo causava la produzione di anticorpi ma produceva anche una infiltrazione linfocitaria della tiroide simile a quella della tiroidite di Hashimoto. Nel 1959 gli stessi autori riuscirono a dimostrare la presenza di anticorpi in alcuni pazienti con tiroidite di Hashimoto e nello stesso anno anche i due immunologi britannici, Ivan Roitt (30 settembre 1927 – ) e Deborah Doniach (6aprile 1912 – 1gennaio 2004) descrissero la presenza di autoanticorpi nei pazienti con la stessa malattia.


UNA PATOLOGIA AUTOIMMUNE

Deborah Doniach

Ad H. Hashimoto rimane il grande merito di aver descritto in maniera accurata questa patologia autoimmune alla quale si attribuisce il nome di “tiroidite di Hashimoto“, ma soprattutto per aver fatto come giovane medico una osservazione così originale solo su pochissimi casi.

Note: La tiroidite cronica di Hashimoto è un processo infiammatorio autoimmune della tiroide, una particolare forma di tiroidite caratterizzata da una cronica infiltrazione linfocitaria. Tale patologia, frequentemente silente, porta spesso ad una graduale ma progressiva e irreversibile ipofunzione della tiroide. Quando la produzione di ormoni tiroidei diventano insufficiente si instaura un quadro di ipotiroidismo.

La diagnosi viene posta per lo più mediante un esame obiettivo, evidenziazione di anticorpi anti-tireoperossidasi (AbTPO) e anti-Tireoglobulina (AbTg) e dosaggio ematico degli ormoni tiroidei FT3, FT4 e TSH (che risultano con bassi valori ). La terapia è di tipo farmacologico e mira a sostituire gli ormoni tiroidei ridotti o mancanti con ormone tiroideo FT3 sintetico. La Tiroidite di Hashimoto non è prevenibile ma la sua prognosi, se trattata in modo adeguato, è ottima.


Bibliografia:

 

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