Il fascio di His, Paladino, Kent o Gaskell?

FASCIO DI HIS, PALADINO, KENT O GASKELL? IL GIUDIZIO DEL PROF. ACIERNO

sistema di conduzione del cuore.

Una certa controversia sorse riguardo alla priorità della scoperta del fascio atrio-ventricolare. Altri tre uomini, oltre His, sono coinvolti nella disputa. Essi sono gli inglesi Kent e Gaskell, e l’italiano Paladino.
Il cardiologo svizzero Wilhelm His junior (1863-1934) non fu il solo a descrivere l’esistenza della via atrio-ventricolare. La descrizione del fisiologo britannico Albert Frank Stanley Kent (26marzo 1863 – 30marzo 1958) comparve nello stesso anno di quella di His, cioè nel 1893.
Stanley Kent studiò molti animali, e scoprì che quanto più alta è la collocazione dell’animale nella scala dello sviluppo tanto più piccolo è lo sviluppo dei ponti muscolari.


stanley kent

Wilhelm His Jr. (29dicembre 1863 – 10novembre 1934) fu un anatomista e cardiologo svizzero.

Ma nel suo articolo del 1893, la sua descrizione anatomica del sistema di conduzione non è molto chiara. Secondo quanto scrisse Wilhelm His nella sua apologia sulla scoperta del 1933, Kent probabilmente vide solo una parte del fascio atrio-ventricolare. Egli identificò la sua presenza nel passaggio dall’atrio al ventricolo, ma non ne seguì il corso. Questo sembra essere un valido punto a favore di His. Le acque diventano però alquanto stagnanti allorché His continua affermando che la descrizione di Kent di due fasci muscolari o di “cellule peculiari isolate” tra gli atri ed i ventricoli non fu verificata né da lui né da altri ricercatori. His non è chiaro in questo punto dal momento che Kent descrisse una via accessoria.
Da allora l’eponimo fascio di His viene usato riguardo alla via di conduzione primaria mentre il fascio di Kent fa riferimento a quella accessoria.
In seguito vennero descritte altre vie accessorie da Mahaim e James, che sono ora note con il loro rispettivo eponimo.


Walter Holbrook Gaskell

Walter Holbrook Gaskell (1847-1914)

Sebbene gli studi di Walter Holbrook Gaskell (Napoli 1novembre 1847 – Cambridge 7settembre 1914) avessero mostrato che l’impulso veniva propagato attraverso i ponti muscolari, His affermò la sua priorità rispetto alle osservazioni di Gaskell poiché queste erano confinate ad animali a sangue freddo. Io non considero questa una valida confutazione, ma nonostante i miei sforzi non sono riuscito a trovare in nessuno scritto di Gaskell una descrizione del fascio atrio-ventricolare simile a quella di His.
Nonostante quanto affermato da His nel suo articolo del 1933, ci sono ancora alcuni che asseriscono che la prima descrizione del fascio di His debba essere attribuita a Giovanni Paladino (1842-1917), professore di istologia e fisiologia generale dell’Università di Napoli.


Giovanni Paladino

Giovanni Michelangelo Paladino (Potenza, 26aprile 1842 – Napoli, 25gennaio 1917)

Gli storici della Medicina Roberta E. Sonnino e John R. Mawk hanno definito Paladino in un articolo del 1988, pubblicato sulla rivista ‘Chest‘ come “il vero padre delle vie accessorie di conduzione miocardica”.
Nel 1876 Paladino descrisse dei ponti muscolari nelle valvole atrio-ventricolari umane. Egli li descrisse come aventi inizio negli atri e con arrivo ai ventricoli dopo essere passati attraverso le cuspidi valvolari, le corde tendinee ed i muscoli papillari. Ciò avvenne ben 17 anni prima di His. Sebbene l’esistenza di tali fibre nelle valvole atrio-ventricolari fosse già nota da quando Reid e Kurschner le avevano descritte rispettivamente nel 1839 e 1840, la loro presenza nell’uomo era incerta. Il lavoro di Paladino risolse definitivamente questo dubbio. La sua descrizione comparve nel “Il Movimento Medico-Chirurgico“. Oltre che negli umani, Paladino osservò i ponti in altri mammiferi, nel pollo e nella tartaruga.


i paladini di paladino

L. De Gaetani, anatomista di Pisa, nel 1911, confermò le scoperte di Paladino sull’uomo e riportò che ponti vascolari si potevano trovare anche nel gatto, nella pecora e nel tacchino. Lo stesso Paladino reclamò la priorità molto tempo dopo l’originale descrizione di His. De Gaetani supportò le affermazioni di Paladino con le seguenti parole:

“E non c’e dubbio che il tributo e il credito vada a Paladino per aver descritto per primo i fasci che uniscono l’auricola al ventricolo, e ad His per la sua attenta descrizione di tali fasci, che è una parte di questo sistema che è stato illustrato con maggiore completezza da Paladino.”


la difesa di HIS

1933: His difende la paternità dell’eponimo del fascio che porta il suo nome.

A sua difesa, His Jr sostenne con enfasi nell’articolo del 1933 “Zur Geschichte des Atrioventrikularbündels nebst Bemerkungen über die embryonale Herztätigkeit” (“sulla storia del fascio atrioventricolare con osservazioni sull’attività del cuore embrionale“) che Paladino “non aveva visto quello oggi noi chiamiamo sistema di conduzione”. Inoltre, come His indica giustamente, Paladino errò totalmente nell’ascrivere una funzione meccanica alle fibre muscolari che invece egli descrisse come aventi un ruolo elettrofisiologico. Paladino fece una serie di esperimenti su cuori animali isolati nel tentativo di identificare la loro funzione. Egli concluse erroneamente da queste osservazioni che la componente valvolare della via era responsabile del movimento delle valvole atrio-ventricolari. La muscolatura valvolare “non solo permette il movimento delle stesse valvole, ma fornisce anche solidità all’unione tra gli atri ed i ventricoli, e contribuisce in modo speciale ai meccanismi generale e totali della pompa cardiaca”.


LA SENTENZA DEL PROFESSOR ACIERNO

Secondo me, tale affermazione sembra convalidare l’opinione di His. Inoltre, la descrizione di Paladino non indica che le fibre muscolari costituiscono un parte integrale di una via di conduzione.

Con le parole di Paladino:

“Lo strato muscolare degli atri, arrivando a livello degli osti atrio-ventricolari, perde gli strati più esterni delle fibre circolari che si interrompono lì e si combina con le fibre circolari longitudinali ed intermedie fino alla parte interna delle cuspidi valvolari. Di tali fibre, quelle longitudinali terminano nei tendini di secondo e terzo ordine ed alcuni fascicoli vanno direttamente alla parete ventricolare dove diventano tendini al centro di fibre muscolari appiattite che si inseriscono sui lembi valvolari.”

Anche sulla base di questa descrizione, io non posso essere d’accordo con Sonnino e Mawk nel considerare Paladino il vero padre delle vie accessorie di conduzione miocardica. La loro opinione è data solo dalla loro interpretazione di quanto Paladino descrisse realmente, ed è un errore dichiarare che “i fasci di Paladino, e non quelli di Kent, sono le originali vie accessorie di conduzione miocardica”.


tratto da:

 

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