Daniel Bovet, uno dei grandi della farmacologia del novecento

Daniel Bovet, uno dei grandi della farmacologia del novecento

Daniel Bovet (1907-1992)

Daniel Bovet nacque a Neuchâtel (Svizzera) il 23marzo 1907, figlio di Pierre, docente di filosofia presso l’Università di Neuchâtel, e di Amy Babut. All’Università di Ginevra Bovet si diplomò nel 1927 in scienze biologiche e conseguì nel 1929 il dottorato in scienze naturali con una tesi in zoologia e anatomia comparata. Nello stesso anno entrò all’Istituto Pasteur a Parigi, nei laboratori di chimica terapeutica diretti da Ernest Fourneau. Qui lavorò dapprima con i vari gradi di assistente (1929-39), poi come capo di laboratorio (1940-47), e incontrò la sua futura collaboratrice e moglie Filomena Nitti, figlia dello statista Francesco Saverio, in esilio a Parigi a causa delle persecuzioni fasciste e dalla quale nel 1939 avrebbe avuto il figlio Daniel-Pierre.

Nei primi anni Trenta, collaborando con Filomena, con il fratello di lei, il brillante microbiologo Federico Nitti, e con il chimico Jacques Tréfouël, stabilì che il principio attivo del primo antibatterico efficace – la sulfamidocrisoidina (Prontosil rosso), per la cui messa a punto il chimico farmaceutico tedesco Gerhard Domagk (Łagów, 30ottobre 1895 – Königsfeld im Schwarzwald, 24aprile 1964)avrebbe ricevuto il premio Nobel per la fisiologia o la medicina nel 1939 – era la p-aminobenzensulfonamide, dando così il via allo sviluppo dei sulfamidici.


una nuova scoperta

La prima grande scoperta di Daniel Bovet fu effettivamente una piccola ma rilevantissima modifica al prontosil rosso (farmaco ad azione antibatterica e chemioterapica), per la cui paternità, nel 1932, era stata depositata una domanda di brevetto dai chimici tedeschi Klarer e Mietzsch e le cui brillanti proprietà erano state esaltate da Gerhard Domagk nel celebre articolo “Contributo alla chemioterapia delle infezioni batteriche“, apparso su una rivista medica tedesca.

Un po’ per curiosità, un po’ per verificarne le effettive proprietà terapeutiche, all’Institut Pasteur due équipe altamente qualificate (a capo delle quali c’erano da una parte Constantin Levaditi, dall’altra Ernest Fourneau) iniziarono a studiare il farmaco esaltato da Gerhard Domagk.


BOVET ED I SULFAMIDICI

Fu allora che Bovet, responsabile delle prove biologiche dei derivati chimici, in collaborazione con Federico Nitti (che invece lavorava nel reparto “vaccini” dell’istituto), si imbatté in una fortunata circostanza che riuscì a sfruttare al meglio. La prima mossa dei due scienziati fu quella di infettare, usando una coltura di streptococchi altamente virulenti, quaranta topi disponibili in quel momento come cavie. I nuovi derivati chimici sviluppati dell’istituto tuttavia erano sufficienti solo per trentasei di essi. “Avanzava“, dunque, un gruppetto formato da quattro topi. Bovet ebbe l’intuizione di sperimentare del tutto arbitrariamente su di essi la molecola comune a tutti i composti dell’esperimento, il semplice “para-amminobenzensolfonammide” (nel quale, naturalmente, era assente qualsivoglia tipo di colorante, caratteristica ritenuta basilare nell’efficacia del prontosil rosso fino a quel momento). I risultati furono sbalorditivi: i quattro topi sopravvissero. Grazie a questo risultato apparve evidente che era la pura e semplice molecola sulfamidica ad avere azione antibatterica all’interno dell’organismo, mentre il colorante veniva scisso ed eliminato dallo stesso (poiché sostanzialmente inutile).


la scoperta dei antistaminici

estratto della Nobel Lecture di Daniel Bovet del 1957 (pag. 17)

Preso atto della concreta utilità terapeutica della molecola sulfamidica, Bovet iniziò a fare ricerche sugli antistaminici. Nel 1937 completò la sintesi della timoxidietilamina, il primo rudimentale antistaminico.

Quest’ultima si era rivelata molto efficace soprattutto nella prevenzione dello shock anafilattico negli animali, mentre il suo utilizzo clinico suscitava ancora perplessità (spesso la timoxidietilamina aveva ripercussioni tossiche sull’organismo).

Bovet morirà a Roma l’8aprile 1992.


fonti e riferimenti:

 

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