Alfonso Corti e l’organo del Corti

Alfonso Corti e l’organo del Corti

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Membrane che tappezzano la cavità della coclea:

a) periostio.

Il periostio che tappezza la superficie interna della parete della coclea è composto da tessuto connettivo comune. Io non sono mai riuscito a trovarvi delle fibre nervose. … Vicino al punto in cui si inserisce la lamina spirale membranosa nel periostio, il tessuto di quest’ultimo è un pò più trasparente e spesso rispetto all’ambiente circostante ed è diviso in diverse colonne di 0,006”’ di larghezza media e circa 0,03”’  di lunghezza (Tab. V. Fig. 3. v.). Queste colonne sono a circa 0,003”’,  distanti tra loro 0,004”’, e si riuniscono dirigendosi verso la cavità della coclea per formare una membrana omogenea che non è altro che l’inizio della lamina spirale membranosa sul lato delle pareti della coclea. … Ho dissezionato le colonne in questione molto spesso e con il massimo della cura per poter isolare le fibro-cellule. … Sulla superficie del periostio che è aderente alle pareti della coclea, troviamo nel bue e nelle pecore diverse cellule di pigmento che sono perfettamente simili a quelle che rivestono la superficie esterna della membrana corioidea dell’occhio.

b) Epitelio

La superficie libera del periostio della coclea, così come la lamina spirale (lamina spiralis cochleae), è ricoperta da uno strato molto delicato di epitelio (Tab. V. Fig. C., Fig. 6 e Fig. 8) che è esattamente uguale a quello sulla superficie interna della parete anteriore della capsula del cristallino. Le cellule che compongono questo epitelio hanno una grandezza di 0,007′” – 0,009′”. …

c) Banda vascolare (stria vascularis)

Nella rampa vestibolare si vede, sulla superficie libera del periostio che tappezza la coclea, una banda vascolare … Essa è composta di una rete di vasi capillari aventi larghezza da 0,003′” a 0,046′” …

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Lamina spirale (lamina spiralis)

Divideremo la lamina spirale, seguendo l’esempio degli anatomisti, in lamina spirale ossea e lamina spirale membranosa.

2a) Lamina spirale ossea (Tav 5, Figura 1, d d)

Questa parte della lamina spirale è formata da una lamina ossea che parte dall’asse della coclea ed avanza nella cavità di tre giri all’interno della stessa coclea, formando una specie di partizione, che separa per la maggior parte la rampa vestibolare da quella timpanica.

La lamina spirale ossea contiene nel suo spessore un sistema di canali (Tav 5, Fig. 1, e) … Questi canali contengono l’espansione del ‘nervus modioli’ che esce dall’asse della coclea. Una tale disposizione di canali rende molto semplice la separazione della lamina spirale ossea in due lamine, il che potrebbe farci credere facilmente che essa è formata da due lame separate. … La lamina spirale ossea ha vicino alla sua origine nel vestibolo una larghezza di 0,7′” – 0,8′”. … La lamina spirale ossea, allungandosi sull’asse della coclea, diventa sempre più sottile in modo da formare una sorta di piramide la cui base è fissata sull’asse della coclea. …

Il tessuto della lamina spirale ossea è estremamente poroso e fragile…

2b) Lamina spirale membranosa (Lamina spiralis membranacea)

La lamina spirale membranosa (Tab. V, Fig. 1, g-k) ha la sua origine sulla superficie vestibolare del bordo libero della lamina spirale ossea e si dirige alla parete della coclea. …

Dunque, la lamina spirale membranosa si allunga sull’asse della coclea e si approccia dal bordo libero della lamina spirale ossea verso la base della coclea, fino alla sua terminazione nell’hamulus. … Per facilitare la descrizione, la dividerò, dirigendoci dall’asse della coclea verso le pareti della stessa coclea, in una ‘zona dentellata’ ed una ‘zona pettinata’.

2b alfa) Zona dentellata (zona denticulata)

La zona dentellata (TaB. IV, Fig. 1 g-h; Fig. 2, 3 e 4; e Tab. V, Fig. 5 d-w) è composta per i primi due terzi di diametro di larghezza dalla lamina spirale membranosa, che si trovano sul lato dell’asse della coclea fino a che il terzo più esterno della lamina membranosa viene rappresentata dalla zona pettinata. Essa rappresenta come vedremo, l’inizio del diametro della larghezza della lamina membranosa sul lato del modiolo, … Guidato dalla diversità rimarchevole della struttura, che esiste nello spazio della sua larghezza, io la suddividerò a partire dall’asse della coclea in ‘bandelletta interna‘, o solcata, ed una ‘bandelletta esterna‘, o dentellata, che è seguita verso la parete della coclea dalla zona pettinata.

2b alfa primo) Bandelletta solcata (Habenula interna seu sulcata)

… Io distinguo nella bandelleta solcata un bordo interno concavo ruotato verso l’asse della coclea, che si continua nel periostio della lamina spirale ossea, ed un bordo esterno convesso ruotato verso la parete della coclea con una superficie superiore libera ed una superficie inferiore. … la superficie superiore libera presenta sul suo bordo esterno una riga di sporgenze che chiameremo ‘denti della prima riga’ …

2b beta primo) Bandelletta esterna o dentellata (Habenula externa seu denticulata)

La bandelletta dentellata rappresenta la porzione della zona dentellata che si trova tra la bandelleta solcata e la zona pettinata, e che di conseguenza è posizionata intorno al centro del diametro di larghezza della lamina spirale membranosa.

… Seconda fila di solchi della bandelletta dentata, solchi che chiameremo nel loro insieme ‘seconda fila di denti’…

2b beta) Zona pettinata (zona pectinata)

Questa zona … ha una larghezza costante di 0.06″‘ in tutta l’estensione della lamina spirale… La zona pettinata, considerata nella sua larghezza, rappresenta la parte più esterna della lamina spirale membranosa ed è limitata sul lato esterno dalla parete della coclea, di cui ella non è che un prolungamento.

3) Espansione del nervo cocleare nella coclea

Le fibre del nervo cocleari entrano, come si sa, nell’asse della coclea attraverso il ‘tractus spiralis foraminulentus’ e passano dopo nei canali nervosi contenuti nello spessore della lamina spirale ossea attraverso la quale si gettano nell’asse della coclea. …

Noi abbiamo studiato tutto il nervo della coclea con molta attenzione ed in tutta la sua estensione fino all’ingresso delle sue fibre nella lamina spirale ossea, ma non abbiamo mai potuto scoprire una sola cellula nervosa. Nella sua espansione, al contrario, che è contenuta nello spessore della lamina spirale ossea, noi abbiamo trovato una quantità considerevole di cellule nervose molto piccole. … Esse formano una bandelletta … Questa bandelletta, che noi chiameremo ganglionaria (habenula ganglionaris laminae spiralis cochleae), si trova vicino all’inizio della metà esterna del diametro di larghezza della lamina spirale ossea. …

Le cellule nervose in questione sono bipolari e si trovano al mezzo delle loro appendici in continuità con le fibre di espansione del nervo cocleare …

4) endolinfa

La cavità della coclea così come quella del vestibolo contiene un liquido chiamato endolinfa. E ciò è una cosa conosciuta da molto tempo. Quello che non so è se gli anatomisti si siano occupati della questione se l’endolinfa riempiano completamente tutta la cavità del labirinto. A questa questione si può rispondere affermativamente se si crede a quanto scritto da nel 1777 da Ph. Fr. Theod. Meckel (il padre del celebre anatomista avente il suo stesso nome), Meckel fece congelare completamente un labirinto umano poco dopo la morte del soggetto…Egli trovò che il labirinto era totalmente riempito di ghiaccio che ne conservava perfettamente la forma, come fosse stato riempito con cera fusa. Anche la coclea era completamente riempita di ghiaccio, dalla base fino alla sommità, nella rampa vestibolare così come in quella timpanica. Noi abbiamo osservato qualche volta l’endolinfa al microscopio, ma non abbiamo mai potuto scoprire nient’altro che corpuscoli sanguigni usciti dai vasi delle pareti della coclea che aprivamo.

5) differenze esistenti tra le lamine spirali di diversi mammiferi che abbiamo osservato.

Bue … Maiale … pecora …gatti …cane …topo … talpa … coniglio …

6) Conservazione dei preparati microscopici

….

[Alfonso Corti: “Recherches sur l’organe de l’ouie des mammiferes“, Con due tavole colorate (1851)]


Alfonso Giacomo Gaspare Corti

Alfonso Giacomo Gaspare Corti (Gambarana, 22giugno 1822 – Corvino San Quirico, 2ottobre 1876) è stato un chirurgo e scienziato italiano.

Nato da una nobile famiglia di marchesi lombardi (l’avo Matteo era stato archiatra pontificio con Clemente VII), fu allievo dell’anatomista Antonio Scarpa e di Mario Rusconi prima ed in seguito, iscrittosi nel 1841 all’Università di Pavia, di Bartolomeo Panizza.

Completò i suoi studi presso l’Università di Vienna, dove si laureò in Medicina nel 1847, dopo essersi trasferito nella capitale dell’impero austriaco nel settembre 1845. A Vienna il suo maestro fu l’anatomista Josef Hyrtl. Durante la rivoluzione del 1848, fu distrutto l’Istituto di Anatomia con la preziosa collezione anatomica e la biblioteca dello Hyrtl. Le condizioni di ricerca divennero difficilissime. Inoltre l’Austria si trovò in stato di guerra col Regno di Sardegna, del quale il Corti era suddito.


Un monumento dell’anatomia microscopica

Le due tavole anatomiche allegate all’opera del 1851 di Alfonso Corti “Recherches sur l’organe de l’ouie des mammiferes“. Vedi descrizione in alto.

Disgustato egualmente della rivoluzione e della repressione si rifugiò in Svizzera e, dopo essersi fermato per un breve periodo a Zurigo, dove incontrò il professore di anatomia J. Engel, dal febbraio 1849, si stabilì a Berna dove l’illustre fisiologo G. G. Valentin lo accolse con particolare benevolenza.

Il Corti Si dedicò all’istologia, all’anatomia, all’anatomia comparata ed alla chimica durante i suoi numerosi viaggi presso gli atenei più importanti d’Europa. In particolare a Parigi dove nel 1850 cominciò i suoi studi sul funzionamento dell’apparato uditivo dei mammiferi. Nell’agosto 1850 visitò l’Observatorium Microscopicum di Utrecht, dove imparò da P. Harting e J. Schroeder van der Kolk come chiudere i preparati microscopici freschi in una montatura umida. Grazie a questa tecnica, che rese possibile esami prolungati e confronti precisi tra vari preparati, e alla sua invenzione della colorazione istologica, il Corti concluse lo studio del labirinto membranoso con una serie di scoperte sulle quali è fondata l’interpretazione moderna della funzione auditiva dei mammiferi.

Nel 1851 approfondì gli studi presso l’Università di Würzburg, dove nel laboratorio del professor Rudolf Albert von Kölliker (Zurigo, 6luglio 1817 – Würzburg, 2novembre 1905) descrisse per la prima volta la struttura dell’orecchio interno umano.

In particolare si deve a lui la scoperta di un organo fondamentale dell’apparato, che oggi è ancora detto “organo del Corti“.


Ritiro e morte

Frontespizio dell’opera del Corti del 1851.

Struttura anatomica dell’organo del Corti. L’immagine in basso è tratta dal Gray’s Anatomy.

Il capolavoro del Corti uscì il 30giugno 1851 in lingua francese: “Recherches sur l’organe de l’ouïe des mammifères”. Première partie: Le limacon (in Zeitschrift für wissenschaftliche Zoologie, III, [1851] pp. 109-169;riediz. a cura di B. Pincherle, Roma 1932).Questa monografia, dedicata alla coclea, doveva essere, come dice il titolo, la prima parte di una serie di testi sull’anatomia dell’organo auditivo. In una sua nota il Corti dichiara infatti che una seconda parte, riferentesi al vestibolo, era già in preparazione.

Prima delle sue ricerche erano note soltanto le parti più grossolane del labirinto membranoso. Non si conosceva la vera sede dell’organo recettore degli stimoli sonori. I migliori specialisti, come E. Huschke e J. Hyrtl, avevano solo fatto conoscere l’esistenza, nella lamina spirale membranosa, di “una o più serie di corpuscoli irrregolari e giallastri“. Sotto l’occhio del Corti questi corpuscoli informi si presentarono come strutture ben ordinate e molto complesse, diventarono un dispositivo finemente articolato di “denti acustici” (chiamati oggi “pilastri del Corti“) e di cellule sensoriali ciliate. Inoltre egli per primo descrisse la “membrana tectoria” e l’epitelio della “stria vascularis”, intuendo correttamente l’importanza di quest’ultima per la secrezione dell’endolinfa. Scoprì la natura bipolare delle cellule del ganglio spirale e ne determinò il lato periferico e quello centrale. Con grande prudenza riconobbe di non veder chiaro dove e come terminano le fibre del nervo cocleare.

Questa incertezza gli impedì di spiegare in modo soddisfacente le funzioni delle varie formazioni cocleari. Tuttavia ipotizzò ingegnosamente, “per far agire anche un po’ l’immaginazione oltre che la pazienza“, come le vibrazioni sonore possano mettere selettivamente in movimento le varie parti dell’organo spirale ed agire secondo le leggi della fisica sui recettori nervosi. Il Corti paragonò il congegno trovato nel dotto cocleare ad una serie di corde di pianoforte, disposte in modo parallelo, molto vicine l’una all’altra e saldate insieme. Proprio sulle idee espresse nelle note della monografia del Corti sarà fondata la teoria di Helmholtz che spiega la funzione dell’organo spirale mediante il fenomeno di risonanza acustica.

Nel 1852 tornò in Italia, continuando le ricerche di anatomia. Ammalatosi, nel 1854 abbandonò la ricerca, dedicandosi alla viticoltura nella villa della Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (PV) dove si era ritirato. Morì nel 1876 e ricevette sepoltura nella tomba di famiglia nel cimitero di Corvino. Le ragioni del mutamento radicale dello stile di vita del Corti rimangono sconosciute. Si tratta probabilmente di un concorso di fattori, che in parte sfuggono alla documentazione storica: disturbi reumatici, ai quali si aggiunge, come nota il suo amico De Filippi, un certo orgoglio sociale del nobiluomo a disagio nell’ambiente che va democratizzandosi, depressione e disillusione, infine i problemi di natura sentimentale, il matrimonio e le attrattive della vita rurale.


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