Alessandra Giliani, il mito della prima donna anatomista

Alessandra Giliani, il mito della prima donna anatomista

pseudo-ritratto di Alessandra Giliani

Nell’immagine a lato un pseudo-ritratto di Alessandra Giliani, immaginaria prosettrice di Mondino de’ Luzzi, in una stampa tardo-quattrocentesca.

Presso l’attuale numero 3 di via San Marcellino a Bologna era l’antichissima chiesa dei Santi Pietro e Marcellino. La chiesa conteneva i resti di una giovane donna all’interno di un’urna funeraria che recava la scritta:
In quest’urna le ceneri di Alessandra Giliani, una giovane di Persiceto, abile nelle dimostrazioni anatomiche e discepola, eguagliata da pochi, di uno dei più famosi medici, Mondino de’ Liuzzi, attendono la resurrezione. Essa visse 19 anni. Morì, consumata dal suo duro lavoro, il 26 marzo, anno di grazia 1326. Ottone Agenius Lustrulanus, con la sua perdita deprivato della sua parte migliore, suo eccellente compagno che ne meritò il meglio, eresse questa lapide.


la bella favola di una storia d’amore tra anatomisti

La dissezione del cuore, dall’Anatomia Mundini (edizione del 1541)

Per Ottone Agenio da Lustrula s’intende un altro allievo di Mondino di Liuzzi, il quale fece erigere la lapide in segno di amore e rispetto della giovane anatomista, che lavorava in abiti maschili e da maestro riusciva a dissezionare e conservare con la cera anche le arteriole più piccine. 


Ma a quanto pare, però, questa bella storia di amore e di scienza è null’altro che un mito ottocentesco del tutto inventato sulla base di suggestioni immaginifiche di un avvocato e noto falsario settecentesco che di nome faceva Alessandro Machiavelli e che visse un secolo prima, completamente giocato sull’immagine di un giovane allievo avente tratti femminei rappresentato mentre disseziona un cadavere davanti alla cattedra di Mondino de’ Liuzzi. Nella sua invenzione, Macchiavelli sarebbe stato mosso da una duplice motivazione ideologica: da un lato, vi era in lui il desiderio di glorificare il passato della sua città; dall’altro, Macchiavelli era animato da una personale “dedizione alla causa del femminismo“.


riferimenti:

 

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