Alcune notizie storiche sul vaccino della rabbia

Alcune notizie storiche sul vaccino della rabbia

Nell’immagine una caricatura di Louis Pasteur degli anni ottanta dell’ottocento. Nella litografia a colori di Amand, egli sta in piedi, tenendo una bottiglia di vetro ed impartendo comandi a un cane rabbioso su un tavolo, mentre un cane sano gli lecca le scarpe. Vasi chimici sul tavolo dietro di lui.

Il primo vaccino antirabbico fu preparato da Louis Pasteur nel 1885. Lo studioso isolò il virus da un animale infetto (virus da strada) e lo attenuò mediante essiccamento con una serie di ripetuti passaggi su encefalo di coniglio (virus fisso). Il vaccino fu utilizzato per la prima volta il 6 luglio 1885 su un essere umano, Joseph Meister, un ragazzino di nove anni che era stato azzannato da un cane rabbioso.[1] Il vaccino consisteva in un campione di virus raccolto da conigli morti a seguito dell’infezione, il quale veniva indebolito attraverso un processo di essiccazione di 5-10 giorni.


il vaccino in italia e successive evoluzioni

Successivamente l’igienista italiano Claudio Fermi (1862-1952) utilizzò il vaccino di Pasteur ma lo attenuò mediante una operazione di fenicatura praticata addizionando il fenolo all’emulsione di virus fisso. Ne originarono il vaccino tipo Fermi e il tipo Semple, talvolta indicato come vaccino da virus fisso di Fermi-Semple.[2] I vaccini tipo Semple e Fermi sono ormai stati abbandonati a causa delle complicanze neurologiche (paralisi ascendente[3][4] ed altre)[5][6][7] dovute alla presenza di particelle virali non completamente inattivate,[8] e al maggior potere allergizzante.[9]
In anni più recenti sono stati allestiti vaccini tipo DEV (Duck Embryo Vaccine)[10] ottenuti da virus coltivati su tessuti viventi o su embrione di anatra e tipo HDCV (Human Diploid Cell Vaccine) ottenuti da virus coltivati su cellule diploidi umane. Attualmente sono questi i vaccini più utilizzati, in quanto associati a minori rischi. Con il trascorrere degli anni il vaccino tipo HDCV ha dimostrato migliori proprietà immunogene e minori effetti e reazioni avverse rispetto al tipo DEV.[11]
L’evoluzione del vaccino antirabbico è ancora in corso e nuove prospettive si hanno con la tecnologia da DNA ricombinante.[12]


fonti:


 

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