Un grande della pediatria italiana del novecento: Marino Ortolani

Un grande della pediatria italiana del novecento: Marino Ortolani

“Consiste questo nella sensazione, talvolta avvertita dalla sola mano che opera, ma più spesso anche visibile, di uno “sbalzo” o “scatto”, che si produce quando, il piccolo paziente essendo supino sul letto, con le cosce flesse ad angolo retto sul bacino, addotte ed un pò rotate all’interno, si operi un movimento di abduzione decisa e rotazione esterna lieve delle cosce stesse”. …

l’operatore, postosi ai piedi del bambino ed immobilizzato un ginocchio con una mano, fa compiere con l’altra un movimento breve di abduzione e rotazione esterna alla coscia dell’altro lato tenendo il ginocchio nel palmo della mano con il pollice all’interno e facendo, con le altre dita all’esterno, pressione sul grande trocantere, in direzione latero-mediale”.

[Marino Ortolani: “Un segno poco noto e sua importanza per la diagnosi precoce di lussazione congenita dell’anca“, 1937]


Il dott. Marino Ortolani esamina un bambino.

Nel 1935 la madre di due gemelline talassemiche riferiva al dott. Ortolani che nell’eseguire l’igiene ad una delle due bambine sentiva a livello dell’anca una sorta di scricchiolio. Il dottor Ortolani considerava moltissimo ciò che le madri dei bambini che visitava riferivano e infatti amava asserire che ‘Dalle madri si impara tanto; nessuno conosce meglio il proprio figlio‘.

Visitando quella bambina, poté anche lui sentire il rumore e verificare lo ‘scatto‘ e con il conforto di una radiografia, diagnosticò una pre-lussazione (displasia) congenita dell’anca.


il dott. Marino Ortolani

Marino Ortolani esamina un neonato in un Ospedale di San Paolo del Brasile, 1972. From Remi Kohler, MD.

Nasceva ad Altedo, in Emilia Romagna, nel 1904, da famiglia contadina, uno dei più grandi della pediatria italiana del XX secolo. Come si legge sul sito della Treccani, Ortolani si laureò in Medicina nel 1929 e si specializzò in pediatria nel 1933.
Dal gennaio 1935 all’agosto 1936 Ortolani rilevò il ‘segno dello scatto‘ (o segno di Ortolani) in 31 bambini, 29 femmine e 2 maschi, di età compresa fra i 3 e i 12 mesi, e in tutti casi la radiografia confermò la pre-lussazione dell’anca.
Nel 1946 Ortolani fondò il primo centro al mondo di screening, profilassi e trattamento della displasia congenita dell’anca. Inventò anche un tutore ortopedico, che chiamò ‘bretella’, per mantenere in giusta posizione le cosce del bambino durante lo sviluppo dell’anca; il suo impiego fece diminuire sensibilmente il numero dei casi di osteocondrite post-riduzione.

Il mondo scientifico per molto tempo diffidò del suo metodo diagnostico, e solo nel 1948, a seguito di molteplici pubblicazioni, gli venne riconosciuto il valore della scoperta.


PUTTI ED ORTOLANI

La “manovra dello scatto” di Ortolani, in una delle sue pubblicazioni.

Teatro della scoperta del 1935 di Ortolani fu il Brefotrofio-Pio Luogo degli Esposti di Ferrara, istituto nato per accogliere appunto gli “esposti”, bambini figli di quelle che allora venivano chiamate di ragazze-madri. Ortolani si era trasferito a Ferrara già nel 1929, il giorno dopo la laurea.

Ortolani si arrovellava da tempo, facendo propri gli auspici di Vittorio Putti, che a quell’epoca era un po’ il nume tutelare dell’Ortopedia italiana. Affinché nessuna lussazione potesse più sfuggire alla cura, Putti aveva proposto fin dal 1929 l’esame radiografico sistematico a tutti i neonati; ma il problema restava: perché non tutti i neonati venivano sottoposti all’esame e perché i segni radiografici patologici (classica proprio la cosiddetta “triade radiologica di Putti”) non erano ancora così chiari nei primi mesi di vita. Per un efficace screening di massa ci voleva un qualcosa di meno invasivo ma ugualmente affidabile; qualcosa che tutti gli operatori sanitari, non necessariamente un pediatra o un ortopedico, avrebbero potuto rilevare con una semplice visita.


QUALCOSA DI PIù SEMPLICE DI UN ESAME RADIOLOGICO

Il dott. Marino Ortolani (Altedo, 26luglio 1904 – Ferrara, 19gennaio 1983).

In quegli anni, peraltro, la maggior parte dei bambini nasceva in casa, e i mezzi di trasporto spesso non permettevano di raggiungere facilmente strutture ospedaliere.

Lo “scatto” altro non era che l’effetto del rapido movimento di rientro della testa femorale nella cavità cotiloidea: scatto cosiddetto “di entrata”. Una manovra simile – lo stesso Ortolani ci teneva a ricordarlo – era stata ideata tanti anni prima dall’italiano Agostino Paci (e poi perfezionata dal viennese Adolf Lorenz) per ridurre una lussazione d’anca. Nulla era stato inventato, dunque; ma che qualcuno desse tale “importanza” a quel segno, e lo propagandasse come un efficace strumento di diagnosi precoce alla portata di tutti, rappresentava davvero una novità assoluta. Se Ortolani si era dedicato al problema, lo si doveva soprattutto ai grandi maestri del Rizzoli di Bologna, che da anni ormai predicavano la precocità della diagnosi come unico mezzo per un trattamento adeguato.


PUTTI ED ORTOLANI (2)

Eppure la reazioni del Putti di fronte alla scoperta di Ortolani fu alquanto fredda: in una riunione presso la Società Medico-Chirurgica di Bologna, dichiarava “interessante” il contributo del collega pediatra, ma da lì ad accettarne in pieno i principi “ne passava …“.
Per un riconoscimento ufficiale – quanto meno in Italia – dovettero trascorrere dodici anni. Ostinato ad andare avanti su quella strada, il prof. Ortolani (aveva nel frattempo conseguito la libera docenza) continuò a ricercare il “segno dello scatto” e a verificarne la sua validità anche con studi anatomici e artrografici. Arrivò così, nel 1948, una monografia di 130 pagine, ricca di argomentazioni scientifiche e di figure altrettanto esplicative, che fece definitivamente crollare quel muro di indifferenza. Sotto il titolo “La lussazione congenita dell’anca”, il sommario indicava chiaramente il contenuto e lo scopo: “Nuovi criteri diagnostici e profilattico-correttivi”. La prefazione del prof. Francesco Delitala (Orani 28febbraio 1883 – Bologna il 29luglio 1983), erede di Putti, decretò forse – più di ogni altra cosa – la definitiva investitura “ortopedica” del pediatra di Ferrara.


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