Rianimazione cardiopolmonare nel 1958

Rianimazione cardiopolmonare nel 1958

 


Filmato per il ‘Dipartimento di Chirurgia Toracica’ dal ‘Dipartimento di Illustrazione Medica’ del Guy’s Hospital Medical School.

In un paziente sotto l’influenza dell’anestetico, che sia in un ambulatorio dentistico, o in interventi per piccole ferite, o durante un’operazione di chirurgia maggiore, o durante la
cateterizzazione cardiaca, l’azione cardiaca può bloccarsi in qualsiasi momento.

Qual’è il problema? C’è qualcosa che non va? Il cuore sembra essersi fermato.
Come bisogna reagire? Iniettare farmaci o usare lo stetoscopio può comportare una perdita di tempo. La velocità d’azione è vitale: in meno di tre minuti il danno da anossia cerebrale
sarà completo. Se si vogliono evitare danni irreversibili il massaggio cardiaco deve essere iniziato nell’arco di un minuto. Tre azioni devono essere eseguite in questo arco di tempo:

UNO: nei primi 15 secondi confermare la diagnosi sentendo il polso carotideo.

DUE: nei successivi 15 secondi assicurarsi che le vie aeree siano libere e somministrare ossigeno.

TRE: avrete 30 secondi per aprire il torace ed esporre il cuore all’altezza del quinto spazio intercostale. Spingete le coste con fermezza per rendere il cuore più accessibile.

Ora massaggiate il cuore con i palmi delle mani. …
Aspettate che i ventricoli si riempiano ad ogni compressione manuale. La frequenza del massaggio dipende dalla velocità del riempimento ventricolare. Assicuratevi di evitare rotture cardiache pressando con le punta delle dita o con i pollici. Se l’accesso è limitato, comprimete il cuore tra una mano e la parte posteriore dello sterno. A questo punto si possono liberamente intubare le vie aeree in modo tale da poter controllare i polmoni
con il torace aperto. Ora che il sangue ossigenato si muove in maniera stabile verso il cervello avrete più tempo per pianificare il passo successivo.

Se il cuore non risponde con contrazioni regolari, sarà necessario un esame più dettagliato. Fatevi dare il dilatatore costale, forbici, garza, pinze emostatiche lunghi, adrenalina ed il defibrillatore. Il massaggio continuo vi da tempo per passare ad una tecnica più adatta ed asettica. Ora, aprite il pericardio per un esame approfondito del cuore. Troverete una o due condizioni possibili:

1) se il cuore è dilatato, blu, fermo e senza movimenti, questo è un arresto sistolico. Almeno che non sia gravemente malato, questo cuore risponderà al massaggio continuo ed ad un’adeguata ossigenazione.

2) In alternativa, potreste trovare un cuore piccolo con rapidi movimenti fibrillari. Potrebbe essere rosa. Questo ha un tono veloce e sembra una sacchetta tremante piena di vermi. Questa è una fibrillazione ventricolare. Continuate il massaggio fino a ripristinare un
buon tono cardiaco e poi defibrillate. Dopo qualche minuto, se il cuore non riprende
a battere, somministrate uno stimolante prima di defibrillare. 10 cc di adrenalina, diluita 1 a
10.000, devono essere iniettate nell’atrio sinistro. Nel frattempo, deve essere assemblato il defibrillatore. Date un brevissimo shock, tra i 150 e 250 volt sulla base della grandezza del cuore. Se ciò fallisce, continuate il massaggio e ripetete con un altro shock. Potrebbe essere necessario usare due o tre rapide scariche. Assicurate uno stretto contatto con i ventricoli. L’iniziale arresto cardiaco è seguito da un repentino ripristino di ritmo normale. Quando si è ristabilita e si mantiene la circolazione, arrestate l’emorragia, ripulite e richiudete la ferita. Avete visto come l’arresto cardiaco può essere trattato con successo.


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