Giovanni Battista Amici, un genio dei microscopi

Giovanni Battista Amici, un genio dei microscopi

“The microscope-makers whose address I have able to find, are arranged alphabetically as follows: …

Foreign Markers:

Amici, Modena; Brunner, Paris; Chevalier, Paris; Frauenhofer, Munich; Nachet, Paris; Oberhauser, Paris; Pistor, Berlin; Ploesl, Vienna; Schieck, Berlin”.


microscope-maker

Microscopio a riflessione, di Giovanni Battista Amici, Modena, Collezioni lorenesi, Istituto e Museo di Storia della Scienza, Firenze.

Nella sua opera “THE MICROSCOPE, AND ITS APPLICATION TO CLINICAL MEDICINE“, del 1854, il medico, microscopista e professore di Patologia al King’s College di Londra,  Lionel Smith Beale indica l’Amici come uno dei nove migliori costruttori di microscopi al di fuori dell’Inghilterra.

Laureatosi in ingegneria presso l’Università di Bologna nel 1807, dove era stato allievo del matematico Paolo Ruffini, Giovanni Battista Amici fu nominato professore di geometria e algebra presso il Liceo di Modena nel 1810. Cinque anni dopo, nel 1815, passò all’insegnamento universitario, incaricato dell’insegnamento della geometria, dell’algebra e della trigonometria sferica presso la Facoltà di filosofia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. I suoi principali interessi furono l’ottica e l’astronomia, ma si occupò anche di scienze naturali.


Costruttore di strumenti ottici

Giovanni Battista Amici (Modena, 25marzo 1786 – Firenze, 10aprile 1863)

Dal 1825 si dedicò alla costruzione di strumenti ottici realizzando numerosi microscopi e telescopi di altissima qualità. Chiamato a Firenze dal granduca Leopoldo II, fu nominato direttore dell’osservatorio astronomico de La Specola come successore di Jean-Louis Pons. Infine, nel 1859, nominato professore onorario di astronomia, gli fu affidato l’incarico delle osservazioni microscopiche nel Museo di Fisica e Storia Naturale.
Alcuni dei numerosi strumenti ottici costruiti da Amici – oltre 300 solo i microscopi – sono oggi conservati presso musei e fondazioni scientifiche italiane e straniere; in modo particolare un ricco nucleo di microscopi e telescopi è oggi visibile nelle sale del Museo Galileo, che conserva anche parte della sua biblioteca privata, arrivata per volontà degli eredi a partire dagli anni cinquanta del Novecento.


le scoperte

credits: https://micro.magnet.fsu.edu/primer/museum/amiciachromatic.html

Diede contributi fondamentali soprattutto nel campo dell’ottica microscopica con il perfezionamento del moderno microscopio composto catadiottrico e acromatico, ma legò il suo nome anche alla realizzazione di telescopi riflettori e rifrattori, di micrometri, cannocchiali, settori e circoli di riflessione, circoli ripetitori, uno strumento dei passaggi, livelli, meridiane, prismi e camere lucide . Applicò all’obbiettivo del microscopio la lente emisferica frontale (1838). Introdusse la tecnica dell’immersione in acqua (1847) e in diversi tipi di olio (1855). Fra il 1857 e il 1860 inventò il prisma a visione diretta tuttora usato in spettroscopia e che ancora porta il suo nome. Allo scopo di provare la qualità dei suoi strumenti Amici condusse osservazioni astronomiche e naturalistiche di grande rilievo e, in un caso, di rilevanza epocale: nel 1846 descrisse in alcuni tipi di orchidee l’intero processo di fecondazione delle piante Fanerogame (Angiosperme).


vedi:

 

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