Garibaldi, Lincoln ed il dott. Nélaton

Garibaldi, Lincoln ed il dott. Nélaton

sonda di Nélaton.

“Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba, Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion”

[canzone/filastrocca di autore non precisato]


storia di una FERITa

Foro d’entrata della pallottola nello stivale di Giuseppe Garibaldi. Esso è conservato al “Museo centrale del Risorgimento” al Vittoriano.

Era il 29 agosto 1862.  Quel giorno, Giuseppe Garibaldi (1807-1882) fu ferito in un brevissimo combattimento dal neonato esercito regio, sull’Aspromonte, mentre con le sue truppe di volontari cercava di dirigersi verso Roma, liberarla ed annetterla all’Italia.

Garibaldi ricevette tre palle di carabina, due all’anca sinistra ed una al malleolo mediale della caviglia destra. La rimozione delle prime due non fu affatto difficoltosa, mentre, al contrario, per i chirurghi fu un vero e proprio dilemma clinico cercare di capire se la pallottola in caviglia era rimasta conficcata nell’arto o meno.

Gli illustri chirurgi che giunsero al suo capezzale furono tanti e di diverse nazioni: gli italiani Giuseppe Di Negro, Francesco RizzoliLuigi Porta, Fernando Zanetti, Giovanni Battista Prandina, Timoteo Riboli, l’inglese Richard Partridge, il russo Nikolaj Ivanovič Pirogov, il francese Auguste Nélaton ed altri ancora.


Pallottola Ritenuta o no?

Auguste Nélaton (7giugno 1807-21settembre 1873) e Giuseppe Garibaldi nel 1862.

Sebbene la ferita non presentasse un foro d’uscita, Garibaldi aveva affrontato un lungo viaggio di trasferta per giungere al carcere de La Spezia, dove venne inizialmente arrestato. E dopo l’amnistia, concessa a Garibaldi ed i suoi volontari, dopo il matrimonio della figlia del re, il 5 ottobre, l’eroe dei due mondi era rientrato nella sua Caprera.

I chirurghi italiani optarono da subito per la tesi che la pallottola fosse in qualche modo uscita dalla caviglia e prognosticarono una rapida guarigione. Del resto, il primo tentativo di estrazione, sul campo di battaglia, era fallito. Ma la guarigione non arrivava ed il rischio dell’amputazione dell’arto si rendeva concreto.

Questa non sarebbe stato una bella pubblicità per il neonato Stato Italiano. Il chirurgo inglese Partridge, che inizialmente (10 settembre) aveva assicurato che la pallotta era fuoriuscita dall’arto, iniziava ad avere seri dubbi su questa prima diagnosi ad un successivo controllo (31 ottobre). Ma come operare senza essere sicuri che vi fosse il corpo estraneo nella caviglia?


LA SONDA DI NéLATON

Auguste Nélaton (1807 – 1873), medico e chirurgo francese.

Del resto, le sonde dell’epoca, toccando materia dura, non davano la garanzia di distinguere tra una pallottola e l’osso. Bisognerà attendere oltre trent’anni per avere la scoperta dei raggi X.

Il dott. Auguste Nélaton, su invito del chirurgo napoletano Ferdinando Palasciano, giunse dalla Francia per visitare Garibaldi, il giorno 28 ottobre. Il chirurgo francese si convinse che la pallottola fosse ancora ritenuta nella gamba. Ma doveva convincere anche i suoi colleghi. Rientrato a Parigi, insieme ad alcuni collaboratori, Nélaton congegnò una particolare sonda, che successivamente prenderà il suo nome. Questa strumento era una normale sonda, con la peculiarità di contenere la punta in porcellana. La porcellana, a contatto con il piombo della pallottola si annerisce. Il chirurgo francese inviò la sua sonda in Italia ed il giorno 22 novembre, il chirurgo Zanetti pratica un’incisione sulla caviglia di Garibaldi, ne individua il corpo estraneo e rimuove la pallottola di 22 grammi di peso, permettendo la guarigione ed impedendo l’amputazione della gamba.


ALLA RICERCA DI PALLOTTOLE

Stampa raffigurante l’assassinio di Lincoln.

Da subito, la sonda di Nélaton, riscuote un grande successo nei campi di battaglia e non solo. Comincia ad essere prodotta in serie e fu spedita in tutto il mondo.

Un altro celeberrimo uso venne fatto nella notte del 14 aprile 1865, pochi giorni dopo la conclusione della guerra di secessione statunitense. Quel giorno, il presidente degli USA, Abraham Lincoln (1809-1865), intorno alle 22.30, subì un attentato presso il teatro Ford di Washington. L’attentatore gli sparò a bruciapelo con una pistola Derringer, colpendo il capo del presidente dietro l’orecchio sinistro, fratturando il cranio e penetrando nella parte sinistra del cervello prima di terminare la propria corsa appena sopra all’occhio destro. Lincoln perse conoscenza immediatamente.


L’attentato a Lincoln

Sonda di Nélaton usata con Lincoln e frammenti del suo cranio (conservati al Museo Nazionale della Salute e della Medicina).

Ma come fu possibile individuare anche in questo caso il percorso della pallottola? Lincoln non morì subito.

Assistito da diversi medici tra cui il chirurgo generale Joseph Barnes, il presidente venne accompagnato in una casa antistante il teatro e lì soccorso. Inizialmente, introducono normali sonde d’argento nella ferita di Lincoln, ma non sono in grado di comprendere se la parte dura con cui vengono a contatto sia osso o la pallottola che ha ferito il presidente, come era avvenuto oltre due anni prima con Garibaldi. A quel punto un assistente viene inviato a cercare una sonda di Nélaton. Trovato lo strumento, viene introdotto, intorno alle 02.00, e grazie ad esso, la sede della pallottola viene individuata sopra l’occhio destro. Lincoln muore intorno alle 07.30 del mattino. Oggi, quella sonda, che nel corso del tempo, ha perso la sua punta in porcellana, è conservata presso il “Museo Nazionale della Salute e della Medicina” di Washington.

 


fonti e riferimenti:

 

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