Dioscoride Pedanio raccontato dallo Sprengel

IL BISNONNO DELLA FARMACOLOGIA O SE PREFERITE IL PADRE DELLA ‘MATERIA MEDICA’: DIOSCORIDE PEDANIO

 

Dioscoride Pedanio (40-90 dc circa), miniatura dal Dioscoride viennese, codice greco prodotto a Costantinopoli attorno al 512 dc

L’unica opera compiuta tramandatoci dall’antichità sopra la Materia Medica è quella di Dioscoride Pedanio di Anazarba (40-90 dc circa).
Egli esaminò personalmente i corpi naturali dedicati ad uso medicinale e per il resto tenne fede agli scrittori più meritevoli. Grazie ai viaggi fatti a seguito dell’esercito romano, cominciò a conoscere anche i prodotti naturali esotici. 
Egli si procurò grandissima fama nonostante il suo stile incolto, e si studiò per 17 secoli la sua botanica e la sua Materia Medica.
La sua opera manca di una nomenclatura sistematica delle piante. Vi sono dei disegni. L’opera in cui tratta di Materia Medica non ha alcun ordine scientifico. Fra i capitoli che hanno una certa attenzione si annoverano quelli della mirra, del bdellio, de ladono, del rapontico, della majorana, del silfio, della gomma ammoniaca, dell’uva ursina, dell’oppio, della scilla marina.


rimedi di dioscoride

Dioscoride ritratto nel “De natura medica” in una versione araba del XIII secolo

Tra i rimedi egli racconta anche del sudiciume che si raccoglieva dai corpi dei lottatori, le cimici contro le febbri quartane, il corno di cervo bruciato contro il mal di denti, la lana ancora sucida, il cavolo, ecc.
Egli raccomandò anche la corteccia d’olmo contro le impetigine, il fiele di bue per uso esterno, l’aloe per le ulcere, la radice di felce maschia come antielmintico. Conosceva anche l’olio di ricino, ma lo applicava solo esternamente, ed anche il tabaschir, ossia lo zucchero essudato dalla canna di bambù.
Da lui si hanno le prime notizie di preparazioni chimiche, le quali esigono una specie di apparato e di arte. Egli insegna a ricavare il mercurio vivo dal cinabro mettendo sopra il fuoco un vaso di ferro, cui si adatti un recipiente ove si decomponga il cinabro, perché il ferro ha maggior affinità con il zolfo che il mercurio. Discerne esattamente il vetriolo di rame, il vetriolo rosso, il giallo.
A Madrid si conserva un codice di Dioscoride sulla maniera di rilevare le virtù dei medicamenti dal loro sapore.


tratto da:
  • Storia Prammatica della Medicina“, (1792-1799), Vol 2, capp. 42-45, di Kurt Sprengel

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