il cuore secondo Leonardo da Vinci

IL CUORE SECONDO LEONARDO DA VINCI

 

Sfortunatamente, nessuno conobbe il lavoro di Leonardo da Vinci (1452-1519), dal momento che non fu mai pubblicato.
Dunque, le sue osservazioni non hanno trasmesso “sapere”, ciononostante rimangono rimarchevoli per la bellezza dei contenuti.
L’importanza e la precisione del suo lavoro venne alla luce dopo la sua morte quando William Hunter nel nel 1784 richiamò l’attenzione sui disegni anatomici di Da Vinci.

Il cuore … è un vaso fatto con muscolo spesso, tenuto in vita e alimentato da arterie e vene come gli altri muscoli”

(Anat. Ms. B, fol, 33v).

Il cuore è un muscolo con una forza predominante sugli altri muscoli”

(Ms. G, fol IV).

Egli distinse i ventricoli, chiamandoli “ventricoli bassi“, dalle altre camere, che chiamò “ventricoli superiori“, e dalle appendici auricolari, che chiamò “orecchie“.
(Quad. Anat. I, fol 3r).

Leonardo chiamò il sacco pericardico la “cassula” (capsula) del cuore, ed affermò che il fluido in esso contenuto era più abbondante nel cadavere che nel corpo vivo.
(Anat. Ms. B. fol. 17r, p. 114).

Egli descrisse le arterie coronarie come provenienti da due aperture esterne del ventricolo sinistro (Quad. Anat. II, fol 3v).
Uno dei disegni raffigura i muscoli papillari e le trabecole carnee dalle pareti ventricolari. Questi sono descritte nella seguente maniera:

“Tra le corde e le fibre dei muscoli del ventricolo destro ci sono intrecciate una quantità di fibre minuscole; e queste si cingono intorno a più piccoli e impercettibili nervi (cioè i tendini) e si intrecciano con quelli. E questi muscoli sono di per sé stessi molto capaci di espansione e contrazione, e sono situati entro la furia del flusso sanguigno che attraversa le piccole corde dei muscoli prima che essi siano convertiti nei pannicoli (cioè le cuspidi delle valvole).”

(Quad. Anat. IV, fol 13r).


[tratto da “The History of Cardiology” di L. Acierno, cap. 2]

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