Breve storia dell’Acetilcolina

BREVE STORIA DELL’ACETILCOLINA

Henry Hallett Dale (9giugno 1875 – 23luglio 1968)

Henry H. Dale (1875-1968) iniziò i suoi studi sull’acetilcolina nel 1914, otto anni dopo la sua scoperta da parte di Hunt e Taveau.
In questo periodo egli divenne consapevole della sua attività parasimpatica. La difficoltà di sperimentare la sostanza era data della sua rapida distruzione per opera della colinesterasi.
Questo impedimento fu aggirato nel 1930 allorchè Englehart, che lavorava nel laboratorio di Otto Loewi (Francoforte sul Meno, 3giugno 1873 – New York, 25dicembre 1961), scoprì che l’eserina era in grado di bloccare l’azione della colinesterasi.
Dale approfittò di questa azione di blocco e congegnò degli esperimenti che riuscirono a dimostrare come l’attività del nervo parasimpatico fosse mediata dall’acetilcolina, come originariamente suggerito da Loewi.
Nel 1936 Dale e Brown scoprirono che anche la trasmissione degli impulsi nervosi dalle terminazioni del nervo motorio alle cellule del muscolo scheletrico era medita dall’acetilcolina.


Dale e l’acetilcolina


Nella sua raccolta di articoli, “Adventure in Physiology”, H. H. Dale racconta il background storico della sua eccitante scoperta sulla trasmissione degli impulsi nervosi. Allora egli lavorava alla “Wellcome Physiological Research Laboratory”. Questo è quanto affermò:
“Intorno al 1913, un’osservazione accidentale dell’inusuale attività di un particolare estratto di ergot [un fungo che occasionalmente rimpiazza il grano nella segala] stimolò il mio interesse verso il fenomeno suggerendo una trasmissione chimica e farmacodinamica dell’eccitazione verso i contatti giunzionali tra terminazioni nervose e cellule. Mi fu inviato un estratto in forma liquida di ergot … per un controllo routinario della sua attività. L’iniezione di una dose convenzionale nella vena di un gatto anestetizzato causò una profonda inibizione del battito cardiaco; pensai ad un episodio accidentale … fino alla ripresa delle normali condizioni, e successive ripetizioni dell’iniezione causarono la stessa sequenza di effetti ad ogni tentativo. Test di tale estratto su reagenti biologici, come anse isolate di intestino, confermarono la presenza di un costituente inusuale, con azioni che sembravano ricordare quelle del veleno muscarinico di una specie di fungo. Pensai che la muscarina poteva essere comparsa occasionalmente in un fungo come l’ergot. Naturalmente era impossibile utilizzare un estratto con tali proprietà per uso terapeutico, e mi assicurai ulteriori rifornimenti di questo prodotti per continuare la ricerca. Un mio collega chimico del tempo, A. J. Ewins, ottenne e purificò pochi milligrammi del costituente attivo, e divenne chiaro che questa non poteva essere la forma stabile di muscarina.
Sul momento parve che non ci fosse nessuna speranza per un ulteriore progresso, fino a quando non mi tornò in mente un’osservazione fatta 8 anni prima da un mio vecchio amico, il dr Reid Hunt, che allora lavorava a Washington. Hunt e Taveau avevano scoperto che quando la colina veniva acetilata, la sua attività depressoria era enormemente intensificata nella forma di estere instabile, l’acetilcolina, che era circa diecimila volte più attiva della colina. Quando Ewins preparò per me dell’acetilcolina, la sua identità con la nostra sostanza dell’ergot fu immediatamente rivelata.
E quando le azioni di questa vennero esaminate in dettaglio, esse mostrarono una suggestiva corrispondenza con gli effetti di altri nervi [i nervi parasimpatici], mentre gli effetti dell’adrenalina erano paragonabili, in maniera particolare, agli effetti dei nervi simpatici.
In quel tempo non c’era ragione per credere che l’acetilcolina fosse un costituente naturale del corpo animale ed umano; ma un mio vecchio collega, il dr Dudley, ed io lo scoprimmo là [nella milza] circa 15 anni dopo, ancora una volta in maniera accidentale, mentre cercavamo qualcos’altro.”

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