Una speranza per le gravi patologie polmonari proviene dalla bioingegneria

UNA SPERANZA PER LE GRAVI PATOLOGIE POLMONARI PROVIENE DALLA BIOINGEGNERIA

Il dott. Harald Ott spera che la ricerca di rigenerazione degli organi del suo team si tradurrà nella possibilità di ottenere necessari tessuti e organi da poter trapiantare su pazienti che ne hanno bisogno.

Il trapianto polmonare rimane il solo trattamento salvavita in gravi patologie polmonari avanzate (come la fibrosi polmonare, ecc.).
Sfortunatamente, il reperimento di organi a tale scopo è molto difficoltoso. E’ molto difficile trovare un polmone funzionante nel momento del trapianto richiesto e dunque le richieste sopravanzano di gran numero la disponibilità.
Una speranza a riguardo giunge dalla bioingegneria.
E’ stato pubblicato nel 2015 un lavoro cui ha partecipato anche il team del laboratorio guidato dal dr Harald Ott, al Massachusetts General Hospital di Boston, lo stesso che sta cercando di creare un bioarto completamente funzionale privo di rischi di reazione di rigetto. 


la BIOINGEGNERIA al servizio della trapiantologia

In sostanza, il tentativo è quello di rendere fruibili i polmoni di origine cadaverica. Tutta la matrice extracellulare polmonare può essere creata attraverso perfusione di organi cadaverici con detergenti decellularizzanti.
La successiva ingegneria sull’epitelio polmonare è rivolta alla creazione di cellule che metabolizzano le tossine ed aiutano la clearence mucociliare oltre allo sviluppo di pneumociti che facilitano lo scambio gassoso.
La vascolarizzazione polmonare ingegnerizzata deve supportare in vivo la perfusione sanguigna con bassa resistenza, la funzione di barriera intatta e l’azione antitrombotica.
La combinazione degli stimoli meccanici, chimici e biologici, può, secondo i ricercatori, essere applicata al fine di rigenerare l’organo in un bioreattore, permettendo di testarne la maturazione prima di poter essere impiantato. Così ha riportato uno studio del maggio 2016 della dottoressa Sarah E. Gilpin e colleghi della Harvard Medical School di Boston (“Bioengineering lungs for transplantiation“)


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