Sull’enterocistoplastica di ampliamento

SULL’ENTEROCISTOPLASTICA DI AMPLIAMENTO

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L’enterocistoplastica di ampliamento consiste nel prelevare una porzione di intestino che viene suturata alla vescica.
È indicata in caso di riduzione della capacità e della compliance vescicale dopo il fallimento dei trattamenti conservativi. Lo scopo di questo intervento è migliorare la dinamica minzionale dei pazienti, ma soprattutto di proteggere l’alto tratto urinario a lungo termine. Si possono utilizzare differenti segmenti di intestino per realizzare l’ampliamento, ma una particolare preferenza viene riservata all’ileo. Il segmento intestinale utilizzato deve essere sistematicamente detubularizzato per ridurre al minimo le contrazioni peristaltiche, così da ottenere un serbatoio a bassa pressione.
L’enterocistoplastica di ampliamento si realizza spesso separando la vescica in due porzioni, con conservazione del detrusore, qualora questo presenti una buona capacità contrattile. Tuttavia, quando il detrusore appare molto fibroso ed ispessito, può essere necessario realizzare una cistectomia sovra-trigonale. Il segmento intestinale viene, dapprima, prelevato e successivamente detubularizzato. Si procede al suo corretto posizionamento ed alla sutura con la vescica, sotto forma di un patch a livello dell’incisione.
Dopo questa chirurgia, esiste un guadagno, in termini di qualità di vita dei pazienti, con un miglioramento sintomatologico in più del 90% dei casi. La continenza vescicale è ottenuta in più del 90% dei casi la notte e, tra il 91 ed il 100% durante il giorno.
A lungo termine, si osserva una incidenza delle infezioni croniche, con una batteriuria asintomatica, pari a circa il 70%, che non necessita di alcun trattamento.
Esiste anche un rischio, che va dal 10 al 50%, di litiasi conseguente alla produzione di muco, nei primi due anni.
Una complicanza gravissima, che mette a rischio la vita del paziente, è rappresentata dalla perforazione dell’enterocistoplastica, la cui frequenza è stimata tra il 5 ed il 13%, parimenti al rischio di cancerizzazione, che si aggira intorno all’1% dei casi dopo i 5-10 anni.
http://www.em-consulte.com/it/article/46053/enterocistoplastica-di-ampliamento


cistoplastica di ampliamento e “cell sheet engineering”

cistoplastica di ampliamento su modello canino usando la tecnica dell “cell sheet engineering”

I dottori Masayuki Yamato Teruo Okano, dell’Institute of Tokyo Advanced Biomedical Engineering and Science, Tokyo Women’s Medical University, hanno sviluppato nei primi anni del Duemila la tecnica “cell sheet engineering” (Ingegneria degli strati cellulari) per migliorare le limitazioni della ricostruzione tissutale, usando “piatti di cultura responsivi alla terapia”.
Nella cistoplastica di ampliamento vescicale, usando lembi gastrointestinali, severi complicanze come la litiasi, infezioni del tratto urinario e squilibrio elettrolitico si manifestano spesso.  Tutte queste complicanze derivano dalla presenza della mucosa intestinale nei lembi.

Essi hanno sviluppato un nuovo ampliamento in cistoplastica usando lembi gastro-intestinali e strati cellulari uroteliali coltivati.
La mucosa gastro-intestinale nei lembi è stata rimpiazzata con strati cellulari uroteliali, che sono stati espansi su dischi di cultura responsivi alla temperatura provenienti da una piccola biopsia autologa.  Essi hanno lavorato su un modello canino.
Tre settimane dopo l’autoinnesto, i cani erano stati sacrificati e i lembi gastrici con strati cellulari esaminati. Venne osservata rigenerazione uroteliali vitale nello sviluppo di un epitelio stratificato vitale simile all’urotelio nativo.
Come mostrato in questo studio urologico (così affermavano nel 2004 Yamato e Okano), gli strati cellulari raccolti da dischi di cultura responsivi alla temperatura possono essere uno strumento potente nella chirurgia ricostruttiva. Questa versatile tecnologia potrebbe essere molto utile in vari tipi di ricostruzioni chirurgiche.


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