Kurt Semm, l’inventore dell’appendicectomia in laparoscopia

UNA LEGGENDA DELLA CHIRURGIA: KURT SEMM, L’INVENTORE DELL’APPENDICECTOMIA IN LAPAROSCOPIA

“La laparoscopia è stata sviluppata dal tedesco Kalk nel 1929 come procedura di routine in medicina interna per la diagnosi delle malattie del fegato. L’aria veniva insufflata per creare il pneumoperitoneo ed una lampada elettrica veniva posta all’estremità del laparoscopio per fornire l’illuminazione della cavità addominale. L’ingresso nella cavità peritoneale avveniva nella parte superiore dell’addome a due dita sotto le coste. Il pericolo di danneggiare l’intestino bruciandosi, ecc., era molto basso. I pazienti precedentemente laparotomizzati erano considerati una controindicazione assoluta per la laparoscopia. Nel 1946, il francese Raoul Palmer girò il laparoscopio dalla parte superiore dell’addome per guardare nell’addome inferiore: egli chiamò questa tecnica ‘celioscopia‘. Questa era utilizzata come procedura diagnostica principalmente per le pazienti sterilità in ambito ginecologico. Per la celioscopia Palmer utilizzava gli stessi strumenti usati per la laparoscopia. Il pericolo di ustionare intestinale aumentava enormemente poiché il protettore della parte superiore dell’addome, l’omento, mancava nell’addome inferiore.”

[Kurt Semm: “25 years of laparoscopic surgery, personal reflections: problems in laparoscopy in the past and present“; Surg. Technol. Int. – 1993 Oct; 2:27-35.]


un innovatore

 
Kurt Semm (23marzo 1927 – 16luglio 2003) con lo strumento da lui chiamato ‘pelvitrainer‘.

Quando il 13settembre 1980 il ginecologo tedesco Kurt Semm eseguì la prima appendicectomia della storia in laparoscopia, una valanga di critiche gli cadde addosso: molti chirurghi lo accusarono di aver introdotto una tecnica pericolosa per la salute dei pazienti (“elevato rischio di aderenze”), antieconomica (“alti costi di strumentazione”), e perfino priva di etica. La stessa “American Journal of Obstetrics and Gynecology” gli negò la pubblicazione dell’articolo. E poi, come avrebbe potuto un ginecologo insegnare di quei tempi la chirurgia ai chirurghi? Il tutto parve a tanti (chirurghi ma anche ginecologi) come un nonsense.

Ma Kurt Semm continuò a difendere e proporre con forza ai chirurghi di ogni parte dell’Europa e degli USA la sua procedura minimamente invasiva, sulla quale praticamente aveva lavorato dagli anni sessanta, da quando aveva iniziato ad eseguire le prime ‘pelviscopie in laparoscopia‘ a scopo diagnostico.

un importante innovatore

Insufflatore elettronico automatico di CO2 inventato da Kurt Semm per eseguire in sicurezza i suoi interventi di chirurgia minimamente invasiva; per evitare incidenti con l’aria ricca di ossigeno, Semm ideò un insufflatore automatico di CO2. Questo dispositivo soffiava gas CO2 non infiammabile nella cavità addominale, e stabilizzava anche la pressione.

slide tratta da: http://images.slideplayer.com/24/7521666/slides/slide_18.jpg

Del resto Kurt Semm non solo era un provetto chirurgo, ma anche un inventore di macchinari: dal 1959 in poi egli costruì un insufflatore elettronico automatico di CO2 che permetteva di eseguire difficili interventi chirurgici in ambito ginecologico, device di manipolazione uterina, termocoagulatori per arrestare le emorragie e strumenti di sutura laparoscopica per legare i vasi o rimuovere gli organi.


CHIRURGIA MINIMAMENTE INVASIVA

E così, nel 1985, un professore tedesco di chirurgia, il dr Erich Muhe, usò la tecnica di Semm per rimuovere la prima colecisti del mondo in laparoscopia. Nel 1988 Semm riuscì finalmente a sbarcare con successo negli Stati Uniti ed a mostrare la sua procedura sia a chirurghi che ginecologi americani. E da allora divenne definitivamente per tutti una leggenda della chirurgia.
La laparoscopia è una tecnica chirurgica mininvasiva che, a differenza della laparotomia tradizionale, prevede l’esecuzione di un intervento chirurgico addominale senza ricorrere all’apertura della parete.

LA LAPAROSCOPIA OGGI

L’accesso al campo operatorio in chirurgia laparoscopica è ottenibile con incisioni molto piccole, generalmente dell’ordine di 2-10 mm, attraverso le quali vengono inserite delle cannule. Tali cannule, dette trocar, permettono l’inserimento delle fibre ottiche e degli strumenti chirurgici all’interno della cavità peritoneale. Il campo operatorio viene osservato dal chirurgo per mezzo di un sistema video con un ingrandimento che supera i 20x.
Per creare uno spazio di lavoro adeguato durante l’operazione chirurgia, la cavità addominale deve essere previamente distesa mediante l’insufflazione di un gas inerte (generalmente CO2) o sollevamento meccanico. In quest’ultimo caso si parla di ‘laparoscopia gasless‘.

RIFERIMENTI:

 

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