Il lavoro di ricerca dietro la mappa interattiva della Johns Hopkins University sul COVID-19

Il lavoro di ricerca dietro la mappa interattiva della Johns Hopkins University sul COVID-19

‘dashboard online interattiva online’, ospitata dal “Center for Systems Science and Engineering” (CSSE) presso la “Johns Hopkins University”

Nel dicembre 2019, è stato rilevato un focolaio locale di polmonite di causa inizialmente sconosciuta a Wuhan (Hubei, Cina), ed è stato rapidamente determinato per essere causato da un nuovo coronavirus, ovvero la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2). Da allora l’epidemia si è diffusa in tutte le province della Cina continentale e in altri 27 paesi e regioni, con oltre 70.000 casi confermati al 17 febbraio 2020.

In risposta a questa emergenza sanitaria pubblica in corso, gli autori (Ensheng Dong, Hongru Du, *Lauren Gardner – l.gardner@jhu.edu – membri del “Department of Civil and Systems Engineering” della Johns Hopkins University) hanno sviluppato una ‘dashboard online interattiva online‘, ospitata dal “Center for Systems Science and Engineering” (CSSE) presso la “Johns Hopkins University“, Baltimora, MD, USA, per visualizzare e tracciare i casi segnalati di coronavirus nel 2019 (COVID-19) in tempo reale. La dashboard, condivisa per la prima volta pubblicamente il 22 gennaio, illustra l’ubicazione e il numero di casi confermati di COVID-19, decessi e guariti per tutti i paesi interessati. È stata sviluppata per fornire ai ricercatori, alle autorità sanitarie pubbliche e al pubblico in generale uno strumento di facile utilizzo per tenere traccia dell’epidemia mentre si manifesta. Tutti i dati raccolti e visualizzati sono resi disponibili gratuitamente, inizialmente tramite “Google Sheets” e poi tramite una “repository GitHub“, insieme ai livelli delle funzionalità della dashboard, che sono ora inclusi nel “Esri Living Atlas“.


LA DASHBOARD (LA MAPPA)

Figura: confronto tra casi riportati su COVID-19 da diverse fonti. Numeri di casi cumulativi giornalieri (a partire dal 22 gennaio 2020) riportati dalla ‘Johns Hopkins University Center for Systems Science and Engineering’ (CSSE), dai report sulla situazione dell’OMS, e dal Centro cinese per il controllo delle malattie e prevenzione (CDC cinese) per la Cina continentale (A) ed al di fuori della Cina (B).

La dashboard riporta i casi a livello delle province cinesi; a livello di città negli Stati Uniti, in Australia e in Canada; e a livello di altri paesi. Nel periodo 22–31 gennaio, tutta la raccolta e l’elaborazione dei dati sono state eseguite manualmente e gli aggiornamenti sono stati generalmente eseguiti due volte al giorno, mattina e sera (ora orientale degli Stati Uniti).

Con l’evolversi dell’epidemia, il processo di segnalazione manuale è diventato insostenibile; pertanto, il 1° febbraio, abbiamo adottato una strategia di flusso di dati semi-automatizzata. La nostra principale fonte di dati è “DXY“, una piattaforma online gestita da membri della comunità medica cinese, che aggrega i resoconti dei media e dei governi locali per fornire i casi totali cumulativi di COVID-19 in tempo quasi reale a livello delle province cinesi ed ad livello di altri paesi. Ogni 15 minuti, i conteggi cumulativi dei casi vengono aggiornati da DXY per tutte le province della Cina e per altri paesi e regioni interessati. Per paesi e regioni al di fuori della Cina continentale (compresi Hong Kong, Macao e Taiwan), abbiamo riscontrato che i conteggi cumulativi di casi DXY sono spesso in ritardo rispetto ad altre fonti; pertanto aggiorniamo manualmente questi numeri di casi durante il giorno in cui vengono identificati nuovi casi.


FUNZIONAMENTO DELLA MAPPA

Per identificare nuovi casi, monitoriamo vari feed di “Twitter“, servizi di notizie online e comunicazioni dirette inviate tramite la dashboard. Prima di aggiornare manualmente la dashboard, confermiamo i numeri dei casi con i dipartimenti sanitari regionali e locali, inclusi i rispettivi centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) in Cina, Taiwan ed Europa, il Dipartimento della salute di Hong Kong, il governo di Macao e l’OMS, nonché autorità sanitarie a livello cittadino e statale. Per le segnalazioni di casi a livello di città negli Stati Uniti, in Australia e in Canada, che abbiamo iniziato a riferire il 1 ° febbraio, ci affidiamo al CDC degli Stati Uniti, al governo del Canada, al Dipartimento della sanità del governo australiano e a varie autorità sanitarie statali o territoriali. Tutti gli aggiornamenti manuali (per paesi e regioni al di fuori della Cina continentale) sono coordinati da un team dell’Università John Hopkins.


I DATI DEI CASI

I dati dei casi riportati sulla dashboard sono in linea con i rapporti giornalieri sulla situazione da parte del CDC cinese e dell’OMS, rispettivamente all’interno e all’esterno della Cina continentale (figura). Inoltre, la mappa è particolarmente efficace nel catturare i tempi dei primi casi segnalato di COVID-19 in nuovi paesi o regioni. Con l’eccezione di Australia, Hong Kong e Italia, il CSSE presso la Johns Hopkins University ha riportato paesi appena infetti prima dell’OMS, con Hong Kong e l’Italia segnalate a poche ore dal corrispondente rapporto sulla situazione dell’OMS.


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