Due anni di pandemia in Italia

DUE ANNI DI PANDEMIA IN ITALIA


I due grafici intrecciati nello schema mostrano l’andamento delle diagnosi di infezione (linea arancione) e decessi (rettangoli blu).
I casi registrati – a fine gennaio 2022 – sono stati quasi 11 milioni ed i decessi circa 145 mila, il che porta ad un tasso di letalità dell’1,32% circa.


INIZIO PANDEMIA

Ora mentre ad inizio pandemia registravamo, in proporzione, molti più decessi rispetto alle diagnosi (ricordo che arrivammo anche ad un tasso di letalità di circa il 10% nella prima ondata), successivamente i contagi hanno preso assunto una curva più ripida dei decessi.
Ciò è dovuto a diversi fattori: ad inizio e fine 2020 avevamo pochi presidi di protezione individuale, pochi posti letto ma anche pochi strumenti diagnosi laboratoristica. I lockdown hanno impedito un ulteriore aggravio dei decessi attraverso una riduzione, per ‘distanziamento sociale‘ dei contagi.


DOPO LA CAMPAGNA VACCINALE

Nel 2021, dopo il dispiegarsi della campagna vaccinale, i decessi hanno iniziato a ridurre il proprio impatto percentuale rispetto ai contagi. Ricordo che noi non abbiamo avuto alcun tipo serrato di lockdown dalla primavera 2021 e da allora i contatti generali sono più stretti. Dall’estate del 2021 la nuova variante (delta) ha cambiato un pò le carte in tavola, ma è stato con la fine del 2021 che i contagi sono stati molto più elevati (sempre proporzionalmente parlando) dei decessi (andare alla voce omicron).
In questo momento il virus, sebbene ancora largamente presente tra la popolazione, spaventa molto meno. In un modo o nell’altro (contagi o vaccino) quasi tutti gli italiani sono entrati a contatto con esso ed hanno una qualche forma di memoria immunitaria.
Se le nostre difese immunitarie saranno resistenti al virus (ed alle sue varianti) nei prossimi mesi lo vedremo solo con il tempo.


eccesso di mortalità e guerra

Fatto questo discorso, devo aggiungere che il sito dell’Istituto Superiore di Sanità riporta che l’eccesso di mortalità di questi due anni è in realtà di circa 178 mila decessi (33 mila morti in più rispetto a quelli conteggiati).
Oggi arrivano terribili notizie di guerra e morti in altra forma dall’Est Europa e la cosa ci (mi) coinvolge tantissimo emotivamente. Ma in tutto ciò una cosa è certa: la guerra sta facendo scomparire il virus dai titoli di giornale, dai social e dalle televisioni, ma il Covid-19 continua a rimanere presente negli ospedali. Quello che è successo negli ultimi due anni di pandemia non è stato puro allarmismo da parte di noi medici, ma una tragedia sanitarie che continuiamo ad affrontare e di cui porteremo le cicatrici.


articolo del dott. Concetto De Luca


riferimenti:

 

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