Dalla sperimentazione animale alle protesi neuronali

Dalla sperimentazione animale alle protesi neuronali

Erik Sorto insieme al professor Charles Y Liu.

Protesi neuronali impiantati sul centro cerebrale che controlla il movimento, la corteccia motoria, possono permettere ai pazienti amputati o paralizzati di controllare il movimento di un braccio robotico.
Ricercatori della Caltech (California Institute of Technology) guidati dal professor Richard Andersen hanno sviluppato nel 2015 un sistema per produrre un movimento il più possibile naturale.
Erik Sorto, 34 anni, è riuscito a sollevare il suo arto ed elevare un brindisi 13 anni dopo averne perso la completa funzionalità in seguito ad aggressione con arma da fuoco. Erik Sorto è riuscito a controllare un braccio robotico attraverso la ‘forza del pensiero’, dopo che dei micro-elettrodi sono stati impiantati nel suo cervello.


dalla ricerca sui primati alla neurofisiologia umana

sperimentazione nel campo delle neuroscienze su modello animale, nello specifico i macachi.

Questo successo della neurofisiologia deve ringraziare la ricerca sui primati. Senza studi dettagliati su scimmie, il cui cervello somiglia in molti aspetti a quello umano, questo trattamento non sarebbe mai stato possibile. Il dott. Roberto Caminiti, professore del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia alla Sapienza di Roma, ha spiegato che la ricerca sui primati ha aperto la strada alla cosiddetta Brain Computer Interface (letteralmente Interfaccia Computer – Cervello), del controllo nervoso delle protesi artificiali. L’acquisizione e l’interpretazione di segnali elettroencefalografici attraverso la BCI ha lo scopo comandare il movimento di una protesi su percorsi predefiniti, o la sintesi vocale di un set definito di parole.


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