Nascita del movimento reazionario contro il progresso scientifico e l’affair del cane marrone

l’affair del cane marrone

La questione del cane marrone fu una controversia politica riguardo alla vivisezione che infierì nell’Inghilterra Edwardiana dal 1903 al 1910. Essa riguardò l’infiltrazione delle lezioni della Facoltà di Medicina dell’Università di Londra da parti di attiviste svedesi, innescò lotte tra studenti di medicina, la protezione della polizia della statua del cane, una causa giudiziaria alla Corte di Giustizia Reale, e la creazione di una Commissione Reale per investigare l’uso di animali negli esperimenti. La questione divenne una causa celebre che, da quanto viene riferito, divise la nazione.
La controversia fu innescata dalle accuse secondo cui, nel Febbraio 1903, William Bayliss, del Dipartimento di Fisiologia alla University College di Londra aveva eseguito una dissezione illegale di fronte a 60 studenti di medicina su un terrier marrone – adeguatamente anestetizzato, secondo Bayliss ed il suo team; conscio e reattivo, secondo le attivisti svedesi. La procedura fu condannata come crudele e illegale dalla National Anti-Visisection Society. Bayliss, la cui ricerca sui cani condusse alla scoperta di ormoni, fu oltraggiato dall’offesa della sua reputazione. Egli ricorse in giudizio e vinse la causa.
Gli anti-vivisezionisti commissionarono una statua di bronzo del cane a memoria, inaugurata a Battersea (Londra) nel 1906, ma studenti di medicina infuriati dalla targa provocatoria –

“Uomini e donne dell’Inghilterra, quanto dureranno queste Cose?”

– attuarono frequenti atti vandalici nei confronti della statua conducendo alla necessità di un controllo 24 ore su 24 ore da parte della polizia contro i cosiddetti “anti-doggers”. Il 10 dicembre 1907, mille anti-doggers marciarono nel centro di Londra inneggiando striscioni contro la statua del cane, scontrandosi contro le suffragette, membri del sindacato e 400 poliziotti, in una serie di scontri noti come le rivolte del Cane Marrone .
Nel Marzo 1910, stanco della costante controversia, il Consiglio di Battersea inviò quattro operai accompagnati da 120 poliziotti a rimuovere la statua nell’oscurità della notte, dopo di che, da quanto riportato, la statua fu fusa dal fabbro del Consiglio, nonostante la petizione di 20.000 persone. Una nuova statua del cane marrone fu commissionata da gruppi antivivisezionisti oltre 70 anni dopo, e venne eretta in Battersea Park nel 1985. Peter Mason scrisse nel 1997 che tutto ciò che era rimasto della vecchia statua era una gobbetta sul marciapiede, il segno su un recinto vicino su cui si legge “No Dogs” .


ANTEFATTO 
LEGGE SULLA CRUDELTA’ VERSO GLI ANIMALI DEL 1876 
Ulteriori informazioni sulla legge:http://en.wikipedia.org/wiki/Cruelty_to_Animals_Act_1876

Walter Gratzer scrisse nel 2004 che una grande opposizione crebbe in Inghilterra tra il 1837 ed il 1901 durante il regno della Regina Vittoria (1819-1901), rappresentata sia nella Camera dei Comuni che in quella dei Lords; la stessa regina si oppose con forza ad essa. La parola “vivisezione” si riferisce alla dissezione degli animali vivi, con o senza anestesia, spesso di fronte ad un pubblico di studenti di medicina.
I fisiologi erano frequentemente messi alla gogna, incluso, scrisse Gratzer, i fisiologi francese Claude Bernard (1813-1878) e Charles Richet (1850-1953), ed in Inghilterra Burdon Sanderson (1828-1905) e Michael Foster (1836-1907). Bernard assaporò l’avversione delle critiche, che giunsero anche da membri della sua famiglia, e si riferì alla “scienza della vita” come una

“superbo salone illuminato in maniera abbagliante che può essere raggiunto solo passando attraverso una cucina lunga ed orribile”.

Gratzer riportò che anti-vivisezionisti britannici si infiltravano nelle lezioni del maestro di Bernard a Parigi, Francois Magendie (1783-1855), dove c’erano dei cani che venivano fissati a dei tavoli in cui venivano dissezionati, mentre Magendie urlava a questi mentre lottavano,

“Tais-toi, pauvre bete!” (“Taciti, povera bestia!”) .


La “Società Nazionale Anti-Vivisezione” (NAVS) fu fondata in Inghilterra nel 1875 e il “British Union for the Abolition of Vivisection” nel 1908, entrambi dalla femminista irlandese Frances Power Cobbe (1822-1904). La prima cercò di restringere la vivisezione e la seconda di abolirla. C’erano circa 300 esperimenti sugli animali nel Regno Unito su animali durante il 1875, e nell’anno in cui venne vivisezionato il terrier marrone, nel 1903, questi erano cresciuti a 19.084 (nel 2012 erano 4,11 milioni di cui 4.643 sui cani). L’opposizione alla vivisezione portò il governo britannico, nel luglio 1875, a costituire la prima Commissione Reale su “La Pratica di Sottoporre Animali Vivi ad Esperimenti per Scopi Scientifici”. Dopo aver sentito, tra l’altro, che i ricercatori non usavano regolarmente anestetici, la Commissione raccomandò una serie di misure per controllare la pratica, inclusa un’interdizione sugli esperimenti sui cani, gatti, cavalli, asini e muli. Il “General Medical Coucil” e il “British Medical Journal” protestarono, ma nel frattempo fu introdotta una forma aggiuntiva di protezione. Il risultato fu la “Legge sulla Crudeltà verso gli Animali”, criticata dalla NAVS come “infame ma dal bel nome”.
La Legge stabiliva che i ricercatori non potevano esercitare in maniera crudele, ma che gli animali dovevano essere anestetizzati, al meno che l’anestesia non potesse interferire con l’argomento dell’esperimento. Ogni animale poteva essere usato solo una volta, sebbene fossero permesse diverse procedure considerate come parte dello stesso esperimento, e l’animale doveva essere ucciso quando lo studio era finito, almeno che ciò potesse frustrare l’obiettivo dell’esperimento. Prosecuzioni potevano avvenire solo con l’approvazione del “Home Secretary”. Al tempo dell’Affair del Cane Marrone, costui era Aretas Akers-Douglas (1851-1926) che non era solidale con la causa degli antivivisezionisti.


Ernest Starling e William Bayliss 

All’inizio del ventesimo secolo, Ernest Starling (1866-1927), Professore di Fisiologia alla University College di Londra, e suo cognato William Bayliss (1860-1924), usavano la vivisezione sui cani per determinare se il sistema nervoso controlla le secrezioni pancreatiche, come postulato dal fisiologo Ivan Pavlov (26settembre 1849 – 27febbraio 1936) ). Il biografo di Starling, John Henderson, scrisse che il laboratorio di Starling era il più attivo di Londra, e che Starling e Bayliss erano degli “sperimentatori compulsivi”. Bayliss aveva l’autorizzazione a praticare la vivisezione dal 1890 e insegnò fisiologia dal 1900 .
I due uomini sapevano che il pancreas produce succhi digestivi in risposta ad un’incremento dell’acidità nel duodeno e nel digiuno, a causa dell’arrivo de chimo in quelle sedi. Sezionando i nervi del duodeno e del digiuno in cani anestetizzati, lasciando la vascolarizzazione intatta, ed introducendo acido nel duodeno e nel digiuno, essi scoprirono che il processo non era mediato da una risposta nervosa, ma attraverso un un nuovo tipo di riflesso chimico. Essi chiamarono il messaggero chimico secretina, poiché essa è secreta dalla parete intestinale nel circolo sanguigno, stimolando il pancreas attraverso la circolazione.
Nel 1905 Starling coniò il termine ormone – dal greco “hormao” che significa “sveglio” o “eccito” – per descrivere le sostanze chimiche come la secretina che sono capaci, in piccolissime quantità, di stimolare organi a distanza. Bayliss e Starling usarono anche la vivisezione su cani anestetizzati per scoprire la peristalsi nel 1899. Essi arrivarono a scoprire una varietà di altri importanti fenomeni fisiologici e principi, molti dei quali erano basati su loro lavoro sperimentale che implicava la vivisezione animale.


Lizzy Lind af Hageby e Leisa Schartau 

Ad insaputa di Starling e Bayliss, due femministe svedesi e attiviste anti-vivisezione, Lizzy Lind af Hageby (1878-1963) e Leisa Katherine Schartau, si infiltravano alle loro lezioni. Le due donne si conoscevano dall’infanzia e provenivano da famiglie rinomate. Lind af Hageby era la nipote di un ciambellano del Re di Svezia, figlia di un ex Presidente della Corte Suprema di Svezia, e frequentava il “Cheltenham Ladies College” in Inghilterra. Il padre di Schartau era un capitano dell’esercito svedese.
Nel 1900 le donne visitarono l’Istituto Pasteur di Parigi, un centro di sperimentazione animale, e rimasero scioccate dalle stanze piene di animali ingabbiati che ricevevano malattie dai ricercatori. Esse fondarono la Società Svedese di Anti-Vivisezione quando rientrarono in patria. Nel 1902 esse decisero di iscriversi alla London School of Medicine for Women, un college in cui non si praticava la vivisezione che era collegato con altri college londinesi, per aumentare l’addestramento medico allo scopo di promuovere l’anti-vivisezione.
Esse seguirono cento lezioni e dimostrazioni al King’s e University College, inclusi cinquanta esperimenti su animali vivi, dei quali venti erano quelli che Mason chiamò “full-scale vivisection”. Esse tenevano un diario, chiamato “Eye-Witnesses” ed in seguito “La carneficina della Scienza: Estratti dal Diario di due studentesse di Fisiologia” [“The Shamble of Science: Extracts from the Diary of Two Student of Phisiology”]. Le donne erano presenti quando il cane [terrier] marrone fu vivisezionato ed aggiunsero a riguardo un capitolo, che chiamarono “Fun”, riferendosi alle risate che esse dissero di aver sentito nell’aula durante la procedura.


Il cane marrone 

Vivisezione del cane 

Il cane marrone era un terrier bastardo con pelo corto e ruvido, precedentemente randagio o animale di compagnia, dal peso di 14-15 libbra (circa 6 kg). Esso fu usato per la prima volta in una vivisezione nel dicembre 1902 da Starling, che aprì il suo addome e legò il dotto pancreatico. L’animale visse in una gabbia per i successivi due mesi, fino a che Starling e Bayliss lo riutilizzarono ancora in due procedure il 2 febbraio 1903, il giorno che le due donne erano presenti.
Al di fuori dell’aula, prima che arrivassero gli studenti – secondo la testimonianza di Starling ed altri davanti alla corte – Starling aprì di nuovo il cane per ispezionare il risultato del precedente intervento, impiegando circa 45 minuti, dopo di che clampò la ferita con le forcipi e consegnò il cane a Bayliss.
Bayliss fece un nuovo taglio nel collo del cane per esporre i nervi linguali delle ghiandole salivari, che egli attaccò agli elettrodi. L’intenzione era di stimolare i nervi con l’elettricità per dimostrare che la pressione salivare era indipendente dalla pressione sanguigna. Il cane venne successivamente portato nel teatro della lezione, disteso sul tavolo operatorio, con le zampe vincolate al tavolo, la sua testa bloccata, e la sua bocca imbavagliata per tenerlo bloccato.
Secondo Bayliss, al cane era stata somministrata un’iniezione di morfina precedentemente in quel giorno, e dopo l’animale era stato anestetizzato durante la procedura con sei once di alcool, cloroformio ed etere (ACE), condotti da un’anticamera ad un un tubo nella sua trachea attraverso una tubatura nascosta dietro la panca in cui lavoravano gli sperimentatori. Le studentesse svedesi misero in discussione il fatto che il cane fosse stato adeguatamente anestetizzato. Esse affermarono che il cane appariva conscio durante la procedura, che esse cercarono di avvicinarsi al tavolo e che non c’era odore di anestesia o il solito rumore sibilante dell’apparecchio. Altri studenti affermarono che il cane non combatteva, ma aveva solo degli spasmi.
Di fronte a circa 60 studenti, Bayliss stimolò i nervi con l’eletticità per circa mezz’ora, ma non riuscì a dimostrare la sua ipotesi. Il cane venne preso dopo da uno studente, Henry Dale (1875-1968), un futuro premio Nobel, che rimosse il pancreas del cane e dopo lo uccise con un coltello affondato nel cuore. Questo divenne un punto di imbarazzo durante il processo per diffamazione, allorchè l’assistente di laboratorio di Bayliss, Charles Scuttle, testimoniò che il cane era stato ucciso con il cloroformio o il miscuglio ACE, ma dopo la testimonianza di Scuttle, Dale affermò alla corte che egli aveva, di fatto, usato un coltello.


Il diario delle donne 

Il 14 aprile 1903 Lind af Hageby e Schartau mostrarono il loro diario di 200 pagine, non pubblicato, a Stephen Coleridge (1854-1936), segretario della National Anti-Vivisection Society. Coleridge era un avvocato, nipote del poeta Samuel Taylor Coleridge (1772-1834), e figlio di John Duke Coleridge (1820-1894), ex Presidente della Corte di Giustizia Inglese. La sua attenzione si rivolse verso il caso del cane marrone, perchè la Legge sulla Crudeltà verso gli Animali del 1876 vietava l’uso di un animale in più di un esperimento. Inoltre, sembrava che il cane marrone era stato usato da Starling per eseguire un intervento di chirurgia sul pancreas, usato ancora da lui quando aprì il cane per ispezionare i risultati del precedente intervento, e lo usò per una terza volta Bayliss per studiare le ghiandole salivari. Il diario recitava sulle procedure sul cane marrone:


“La lezione di oggi includerà una ripetizione di una dimostrazione che è fallita l’ultima volta. Un cane grande, legato sulla sua schiena sul tavolo operatorio, è portato in un’aula dal dimostratore e dal personale di laboratorio. Le sue zampe sono fissati al tavolo, la sua testa è mantenuta con fermezza nella posizione usuale, ed ha la museruola.”


L’accusa di un uso ripetuto e l’affermazione che il cane non era stato anestetizzato in maniera appropriata rappresentarono a prima vista vista violazioni della Legge. Inoltre, il diario affermava che il cane era stato ucciso da Henry Dale, uno studente non autorizzato alla ricerca, e che gli studenti avevano riso durante la procedura, vi erano là “facezie e risate ovunque” nell’aula, era detto sul diario.


Orazione di Coleridge 

Ricostruzione del laboratorio di Bayliss.

Secondo Mason, Coleridge decise che non ci si poteva fidare nel procedere attraverso vie legali, che erano considerate come un ostacolo. Così egli pronunciò un discorsco pieno di rabbia a riguardo nel meeting annuale della National Anti-Visisection Society al St. James Hall il prima maggio 1903, di fronte a 2.000 – 3.000 persone; secondo Mason, sostegno e scuse per la mancata partecipazione arrivarono dagli scrittori Jerome K. Jerome (1859-1927), Thomas Hardy (1840-1928) e Rudyard Kipling (1865-1936). L’orazione di Coleridge includeva un’affermazione di Lind af Hageby: “Il cane lottava con forza durante tutto l’esperimento e sembrò soffrire estremamente durante la stimolazione. Nessun anestetico era stato somministrato in mia presenza, ed il docente non disse niente riguardo a qualsiasi tentativo di anestetizzare l’animale.” Coleridge accusò gli scienziati di aver torturato gli animali. “Se questa non è tortura, Mr Bayliss e amici … diteci, in nome del cielo, cos’è tortura.”
Bayliss richiese pubbliche scuse, e quando, per il 12 maggio, queste non si materializzarono, egli pubblicò un libello. Starling decise di fare causa; “The Lancet”, un giornale scientifico che non era un supporter di Coleridge, scrisse che “si può sostenere che il Professore Starling … commise un infrangimento tecnico della Legge.” Coleridge cercò di persuadere le donne di non pubblicare il loro diario prima dell’inizio del dibattimento, ma esse andarono avanti in ogni modo, ed il diario fu pubblicato da Ernest Bell di Covent Garden nel luglio 1903.


Bayliss vs Coleridge 

Il Processo 

Ricostruzione del laboratorio sperimentale di Bayliss.

Il processo si aprì al Old Bailey l’11 novembre 1903 davanti al Presidente della Corte Lord Alverstone (1842-1915), e durò quattro giorni, essendosi chiuso il 18 novembre. Vi furono code di circa 25 metri fuori del tribunale. Il “British Medical Journal” definì il processo “un avvenimento di estrema gravità.”
L’avvocato di Bayliss, Rufus Isaacs (1860-1935), chiamò Starling come primo testimone. Starling ammise di aver violato la legge usando il cane due volte ma disse di aver fatto così per evitare il sacrificio di due cani. Bayliss testimoniò che al cane era stato somministrato quel giorno, in precedenza, 0,1 grammi di morfina, e dopo sei once di alcool, cloroformio ed etere erano stati somministrate da un’anticamera al tubo collegato alla trachea del cane. Bayliss disse che i tubi erano fragili, e che essi si sarebbero rotti se il il cane avesso lottato per la sopravvivenza.
Un veterinario, Alfred Sewell, disse che il sistema che Bayliss stava usando probabilmente non era adeguato, ma altri testimoni, inclusi Frederick Hobday (1870-1939), della Royal Veterinary College, non erano d’accordo, ci fu pure chi affermò che Bayliss aveva usato troppa anestesia, dal momento che il cane non aveva risposto alla stimolazione elettrica. Bayliss disse che il cane aveva sofferto di corea, una malattia che causa spasmi involontari, e che ogni movimento visto da Lind af Hageby e Schartau non era intenzionale. Quattro studenti, tre donne ed un uomo, furono chiamati dall’avvocato di Bayliss e testimoriano che il cane sembrava essere stato incosciente.
L’avvocato di Coleridge, John Lawson Walton (1852-1908), chiamò a testimoniare Lind af Hageby e Schartau. Esse dissero di essere state i primi studenti ad arrivare all’aula dell’esperimento, e che videro il cane quando venne condotto all’interno. Esse furono lasciate sole con il cane per circa due minuti e lo esaminarono esse stesse. Esse affermarono di aver osservato cicatrici delle precedenti operazioni e videro un’incisione nel collo dove i due tubi erano stati posizionati. Esse affermarono di non aver sentito l’odore di nessun anestetico, e dissero di non aver visto nessuno strumento per anestesia o tubi nella trachea del cane. Esse dissero, così scrive Mason, che il cane inarcava la schiena e muoveva le zampe come se cercasse di fuggire. Quando l’esperimento iniziò, il cane continuò a “spingere in alto il suo addome” e tremare, affermarono esse, con movimenti con sembravano “violenti e volontari”.
L’avvocato di Bayliss criticò Coleridge per aver accettato le affermazioni delle donne senza cercare avvaloramento di prove processuali, e per aver discusso dell’argomento pubblicamente senza aver prima contattato Bayliss, nonostante sapesse che questo comportamento avrebbe potuto condurre ad una controversia legale. Coleridge replicò che egli non aveva cercato verifiche perchè sapeva che tali affermazioni avrebbero ricevuto solo delle smentite, e che egli continuava a considerare le affermazioni delle donne come vere. Il “Times” riportò che:

“L’Imputato, quando andò al banco dei testimoni, fece lo stesso danno alla sua causa così come la sua disposizione allo scopo che l’aveva permessa.”


Verdetto 

Lord Alverstone disse alla giuria che la questione era importante e di interesse nazionale. Egli definì “The Shambles of Science” come “isterico”, ma avvisò la giuria di non impugnare l’argomento riguardo alla validità della vivisezione. Dopo essersi ritirata per 25 minuti, il 18 novembre 1903, la giuria deliberò all’unanimità che Bayliss era stato diffamato, con l’applauso dei medici tra il pubblico, e che avrebbe dovuto ricevere un risarcimento di 2.000£ più 3.000£ di spese processuali (stimabili nel 1997, secondo Mason, nel valore di 250.000£). Coleridge pagò prima di pranzo il giorno dopo. Il “Daily News” fece una raccolta e superò i 5.700£ entro un mese per pagare le spese processuali di Coleridge. Bayliss donò i soldi del risarcimento alla UCL [University College of London] per la ricerca scientifica. Secondo Mason, Bayliss ignorò la proposta del “Daily Mail” di chiamarlo “Fondo per la Vivisezione Stephen Coleridge”. Gratzer ha scritto nel 2004 che il “Fondo” è ancora in uso per comprare animali.
Il “Times” si dichiarò soddisfatto del verdetto, sebbene criticò il comportamento turbolento degli studenti di medicina durante il processo, e li accusò di “fanatismo [hooliganism] medico”, mentre il “Sun”, “Star” e il “Daily News” sostennero Coleridge, definendo la decisione un errore giudiziario. Ernest Bell, editore di “The Shamble of Science”, chiese scusa a Bayliss il 25 novembre, e si impegnò a ritirare il diario e passare tutte le copie rimanenti agli avvocati di Bayliss.
La “The Animal Defence and Anti-Visisection Society”, fondata da Lind af Hageby nel 1903, ripubblicò il libro, stampando una quinta edizione nel 1913. Il capitolo “Fun”, che aveva causato tale illecito, fu sostituito da un’altro chiamato “The Vivisection of the Brown Dog”, in cui si descriveva l’esperimento ed il processo. Thomas Hardy teneva una copia di questo su un tavolo per chi voleva approfondire l’argomento. Secondo lo storico Hilda Kean, la continua influenza del libro fu tale che la “Research Defence Society”, una lobby fondata nel 1908 per contrattaccare la campagna antivivisezionista, discusse come poter riuscire a farne ritirare le edizioni.
Nel dicembre 1903, Mark Twain (1835-1910), che si opponeva alla vivisezione. Pubblicò una breve storia, “A Dog’s Tale”, su “Harper’s”, scritta dal punto di vista di un cane il cui cucciolo subisce sperimentazione e viene ucciso. Shelley Fisher Fishkin, professore di Inglese a Standford, notò che, visto il tempismo e le opinioni di Twain, la storia potrebbe essersi ispirata al processo. Coleridge ordinò 3.000 copie di questo libro, che furono pubblicamente espressamente per lui da “Harper’s”.


Seconda Commissione Reale sulla Vivisezione 

Sulla scia della controversia, il governo nominò la “Second Royal Commission on Vivisection” il 17 settembre 1906. Essa ascoltò dirigenti medici, gruppi antivivisezionisti e scienziati, inclusi Ernest Starling, che parlò alla Commissione per tre giorni nel dicembre 1906. Dopo molto tempo (due membri della Commissione morirono e tanti decaddero). Essa riportò la sua sentenza nel marzo 1912. In una relazione di 139 pagine la Commissione raccomandò che vi fossero ispettori “full-time” in numero di quattro invece di due; che venissero stabilite delle restrizioni all’uso del curaro, un veleno che era usato per immobilizzare gli animali durante gli esperimenti; che gli animali con molto dolore dopo un esperimento venissero uccisi, anche se ciò significava frustrare l’esperimento; che la tecnica del “pithing” venisse ristretta; che le registrazioni fossero più dettagliate; e che venisse costituito un comitato consultivo del Ministero degli Interni per consigliare il Segretario di Stato in materia relativa alla Legge sulla Crudeltà verso gli Animali. La struttura divenne il Comitato Sulle Procedure Animali con la Legge sugli Animali (Procedure Scientifiche) del 1986.


Monumento al Cane Marrone 

Statua 

Dopo il processo, Lind af Hageby venne avvicinata da Anna Louisa Woodwart, fondatrice della World Leage Against Vivisection, che suggerì l’idea di un monumento al cane marrone. Woodwart commissionò e fece erigere, spendendo 120£, una statua di bronzo dallo scultore Joseph Whitehead (1868-1951). La statua fu collocata sopra una pietra commemorativa in granito, alta circa 2,3 mt, che ospitava una fontana per persone in alto e, più in basso, una fontana per l’abbeveraggio di cani e cavalli.
Il gruppo girò per il quartiere di Battersea cercando un posto per il monumento. Lansbury scrisse che l’area era una zona dei bassifondi piena di fumo, e roccaforte di radicali, proletari e socialisti vicini agli ideali del movimento antivivisezionista. Il National-Antivivisection and Battersea General Hospital, che aveva aperto nel 1896 all’angolo tra l’Albert Bridge Road e il Prince of Wales Drive, e che venne chiuso nel 1972, rifiutò fino al 1935 di eseguire vivisezioni ed impiegare medici che la praticavano ed era conosciuto localmente come “the antiviv” o “the old anti”. Il presidente del Battersea Dogs Home, il duca di Portland (1857-1943), rifiutò una richiesta nel 1907 che i suoi cani “persi” venissero venduti ai vivisettori definendola come “non solo orribile, ma anche assurda”.

L’amministrazione di Battersea trovò uno spazio per la statua nel suo Latchmere Recreation Ground, uno spazio situato tra Reform Street e Burns Road. Il parco era pare di un’area dell’amministrazione, la Latchmere Estate, da poco completata, che ospitava case in affitto a 6-7 penny la settimana. La statua fu inaugurata di fronte ad una grande folla il 15 settembre 1906 – gli speeker includevano George Bernard Shaw (1856-1950) e la femminista irlandese Charlotte Despard (1844-1939) – e recava un’iscrizione definita dal The New York Times come “il linguaggio isterico abituale degli antivivisezionisti” e “una diffamazione contro l’intera professione medica”:

“In memoria della morte del cane di razza terrier di color marrone avvenuta nei laborati della University College nel febbraio 1903 dopo essere stato sottoposto a Vivisezione per più di Due Mesi ed essere passato di mano in mano a Vivisezionatori fino a quando è giunta la morte.
Anche in Memoria dei 232 cani Vivisezionati nello stesso posto nel corso di tutto il 1902.
Uomini e Donne di Inghilterra, fino a quando dovrà durare tutto ciò.”


Disordini 

Novembre-Dicembre 1907 

Studenti di medicina degli ospedali londinesi si irritarono per l’iscrizione. Il primo anno di esistenza della statua fu quieto, mentre la University College studiò delle possibilità di adire a vie legali per la rimozione, ma dal novembre 1907 gli studenti cercarono più volte di abbattere la statua. La prima azione avvenne il 20 novembre 1907, quando lo studente di medicina William Howard Lister guidò un gruppo di studenti attraverso il Tamigi dal nord di Battersea per rimuovere la statua con un palanchino e martelli da fabbro. Dieci di loro furono arrestati da due poliziotti. Un medico locale affermò al The South Western Star che questo era il segno della “completa degenerazione” dei giovani medici: “Ricordo i tempi in cui ci volevano più di dieci poliziotti per prendere uno studente. La razza anglosassone si sta svilendo”.
Diversi studenti furono rilasciati dal magistrato, Paul Taylor, della Wout-West London Police Court di Battersea, dopo cauzione di 5£. Ciò innescò un’altra protesta due giorni dopo, quando mille studenti di medicina del UCL, King’s, Guy’s e West Middlesex marciarono lungo The Strand verso il King’s College, mostrando cartelli del cane marrone ed effigi a grandezza naturale del magistrato e cantando:

“Appendete Paul Taylor ad un albero di mele / Mentre noi vi marciamo incontro”.

Il Times riportò che essi cercarono di bruciare l’effige ma, non riuscendo a darle fuoco, la gettarono nel Tamigi. Mentre il manifestanti marciavano lungo The Strand, sulle note della canzone Little Brown Jug cantavano:

“Camminando dopo il tramonto, Noi arriviamo a Latchmere Park, E là vediamo con nostra sorpresa, Un cane marrone che giace su delle bugie. Ha ha ha! Hee Hee Hee! Piccolo cane marrone noi odiamo te.”


I meeting delle suffragette furono annullati, sebbene gli studenti sapevano che non tutte le suffragette erano antivivisezioniste. Un meeting organizzato da Millicent Fawcett (1847-1929), in cui vennero spaccate sedie e tavoli e fu ferito ad un orecchio uno steward, fu violentemente interrotto il 5 dicembre 1907. Il Daily Express riportò questo episodio come “Gagliardi Studenti di Medicina in lotta contro le Donne”.


10 Dicembre 1907 

Il disordine raggiunse il suo apice cinque giorni dopo, il Martedì 10 dicembre, quando cento studenti di medicina tentarono di abbattere il monumento. Le precedenti proteste erano state spontanee, ma questa fu organizzata in coincidenza dell’annuale incontro di rugby Oxford contro Cambdrige al Queen’s Club, West Kensington. I contestatori speravano (invano, come si verificò) che migliaia di studenti di “Oxbridge” si unissero a loro. L’intenzione era di organizzare una manifestazione di 2.000-3.000 studenti presso Trafalgar Square alle 11.30, dopo aver buttato giù la statua e averla gettata nel Tamigi. Nelle strade si vendevano fazzoletti stampati con la data della protesta e con le parole:

“l’iscrizione del Brown Dog è una bugia, e la statuetta un insulto alla London University”.


Nel pomeriggio i contestatori si diressero verso la statua in Latchmere Recreation Ground, ma furono respinti dai locali. Gli studenti si diressero allora verso Battersea Park Road, con l’intenzione di attaccare l’Anti-Vivisection Hospital, ma furono di nuovo ricacciati. Il Daily Cronicle riportò che, quando uno studente cadeva dall’alto di un tram, i lavoratori urlavano che era “la vendetta del cane marrone” e gli negavano un passaggio all’ospedale. Il British Medical Journal rispose che, dal momento che quello era l’Anti-Vivisection Hospital, la folla era stata motivata dalla benevolenza verso l’ospedale.
Un secondo gruppo di studenti si diresse verso il centro di Londra, mostrando effigi del cane marrone, seguiti dalla polizia e, subito dopo, da un suonatore di cornamuse. Al momento in cui i marciatori raggiunsero Trafalgar Square, essi erano nel numero di 1.000, con 400 poliziotti, di cui 15 a cavallo. Gli studenti si radunarono intorno alla statua di Nelson, e alcuni di loro vi si arrampicarono per parlare in pubblico. La polizia caricò la folla, sparpagliandola in piccoli gruppetti e arrestando alcuni di loro, incluso uno studente di Cambdrige, Alexander Bowley, che fu arrestato perchè “abbaiava come un cane”. Gli scontri continuarono delle ore fino a quando la polizia prese il controllo della situazione. Molti studenti comparsero il giorno successivo davanti al magistrato di Bow Street; 10 di loro furono rimessi in libertà gratuitamente o condannati a pagare 40 scellini o 3£ se avevano avuto scontri con la polizia.


Strane relazioni 

I disordini ruppero qualcosa nei giorni e mesi successivi, con gli studenti di medicina e di veterinaria che si unirono. Quando Lizzy Lind af Hageby organizzò un meeting del Ealing and Acton Anti-Visisection Society all’Acton Central Hall l’11 dicembre 1906, oltre cento studenti lanciarono sedie, volantini e bombette puzzolenti quando lei cercò di parlare. Il Daily Chronicle riportò: “Il sopore dell’indignazione verso Miss Lind af Hageby si è risvegliato in una meravigliosa atmosfera “sulfurea” scagliatasi con pesantezza nella hall. “Cambiati le calze” ha urlato uno degli studenti.” Furono rotti e ricoperti di stracci dei mobili.
Per Susan McHugh della University del New England, lo status del cane bastardo rifletteva l’incredibile coalizione politica che si creò in difesa della statua. I rivoltosi videro socialisti, sindacalisti, marxisti, liberali e suffragette recarsi a Battersea per combattere contro studenti di medicina, sebbene le suffragette, identificate nelle borghesia, non fossero un gruppo sociale verso il quale lavoratori organizzati mostravano alcuna forma di solidarietà; i lavoratori di sesso maschile non incoraggiavano il lavoro femminile che era a basso costo. Ma il “Monumento in Memoria del Terrier Marrone” unì tutti questi contro l’establishement maschile degli scienziati.
Lizzy Lind af Hageby e Charlotte Despard videro l’affair del cane marrone come una lotta tra femminismo e machismo. Coral Lansbury (1929-1991) scrisse che la battaglia per il voto alle donne divenne strettamente legata al movimento antivivisezionista. Tre dei quattro vicepresidenti del National-Antivivisection Hospital erano donne. La Lansbury arguì che la questione del cane marrone divenne uno dei simboli dell’opposizione degli antivivisezionisti, l’iconografia femminile della lotta. Il cane vivisezionato con la museruola e legato al tavolo operatorio si confuse nell’immaginario delle suffragette con quella di detenuti ridotti alla fame, o donne separate dai figli, o in quella del completo potere di ginecologi di sesso maschile che forzavano a rimuovere le ovaie e l’utero come cura della “mania”.
Entrambi vedevano sè stessi come eredi del futuro. Hilda Kean scrisse che le attiviste svedesi erano giovani donne, progressiste anti-establiskment, mentre gli scienziati, uomini di età maggiore, era visti come i rimasugli del passato. Accadde che le donne svedesi, che avevano accesso ad un’educazione scolastica più alta, ebbero la possibilità di posizionarsi in primo piano nel creare una “nuova forma di testimonianza”, secondo Susan Hamilton della University of Alberta. Rispetto a ciò, scrisse Lansbury, gli studenti videro le donne e i sindacalisti come rappresentanti della superstizione e del sentimentalismo, “donne di entrambi i sessi” anti-scienza e anti-progresso che difendevano un insano e brutale passato, mentre gli studenti ed i loro professori erano il “Nuovo Clero”.


“Conclusione del Cane Marrone” 

Diverse questioni furono rivolte alla Camera dei Comuni riguardo al costo del controllo di polizia verso la statua per 24 ore al giorno, che richiedeva una spesa di 700£ all’anno. Il commissario di polizia di Londra scrisse al Battersea Council per chiedere di contribuire alla spesa.
Il consigliere John Archer (1863-1932) – in seguito sindaco di Battersea ed una delle prime persone di pelle nera ad essere eletta ad un pubblico ufficio nel Regno Unito – disse al Daily Mail di essere sorpreso della richiesta, considerando che Battersea aveva già pagato alla polizia 22.000£ di tasse. La “Canine Defence League” arguì che, in secondo lo stesso ragionamento, se a Battersea fossero stati organizzati raid contro i laboratori, allora ai laboratori si sarebbe dovuto richiedere di pagare le spese di polizia. Altri consiglieri suggerirono di rinchiudere la statua in una gabbia d’acciaio e circondarla con del filo spinato.
Suggerimenti furono rivolti attraverso lettere sulle pagine del Times ed altrove sulla rimozione della statua ed eventuale ricollocazione negli spazi dell’Anti-Vivisection Hospital. Il British Medical Journal affermò che “il posto più appropriato per il reietto lavoro artistico è la Home for Lost Dogs di Battersea, dove questa statua potrebbe rappresentare un “dono alla morte”, come dice l’iscrizione, con un martello nella presenza di Miss Woodword, il Rev. Lionel S. Lewis, ed altri amici; se i sentimenti sono troppo forti per loro, senza dubbio si potrebbe somministrare un anestetico.”
Il Battersea Council rimase sfiancato dalla controversia. Un nuovo consiglio guidato dai conservatori nel novembre 1909 si trovò in mezzo alle richieste di rimuovere la statua. Vi furono proteste a riguardo, e fu costituito un comitato a difesa della statua forte di 500 membri. Ventimila persone firmarono una petizione, e in 1.500 parteciparono ad una manifestazione nel febbraio 1910 guidata da Lind af Hageby, Charlotte Despard e il parlamentare liberal George Greenwood (1850-1928). Vi furono molte dimostrazioni nel centro di Londra e comizi ad Hyde Park, con supporter che indossavano maschere di cani.
Le proteste non ebbero effetto. La statua fu rimossa, senza che vi fossero rivolte, da quattro operai del consiglio accompagnati da 120 poliziotti. Nove giorni dopo 3.000 antivivisezionisti si incontrarono a Trafalgar Square chiedendo che fosse riposizionata, ma fu chiaro che il Battersea Council non sarebbe tornato indietro nella decisione. La statua fu inizialmente nascosta nel capanno di un ispettore, secondo una lettera di sua figlia scritta nel 1956 al British Medical Journal, ed in seguito si pensa che venne distrutta dal fabbro del consiglio, che la fuse. Gli antivivisezionisti presentarono una petizione all’Alta Corte chiedendone il riposizionamento, ma il caso fu licenziato.


Ripristino della statua 

Il New York Times scrisse nel marzo 1910 che “si deve considerare del tutto improbabile che l’effige venga esibita nuovamente in un luogo pubblico”, ma il 12 dicembre 1985, un nuovo monumento al cane marrone fu svelato dall’attrice Geraldine James. Esso fu eretto a Battersea Park dietro la Pump House, commissionato dalla National-Antivivisection Society e dalla British Union for the Abolition of Vivisection.
La nuova statua, dello scultore Nicola Hicks, è montata su un plinto in pietra di Portland alto circa 1,5 mt, su cui è collocata l’effige del terrier dello stesso Hicks, Brock, e descritta da Peter Mason come un “civettuolo” contrasto rispetto al realistico predecessore. Esso ripete l’originale iscrizione e aggiunge:

Questo monumento rimpiazza quello originale del cane marrone eretto attraverso una sottoscrizione pubblica in Latchmere Recreation Ground, Battersea nel 1906. Le sofferenze del cane marrone sulle mani dei vivisezionatori generarono molte proteste e dimostrazioni pubbliche. Esso rappresenta il rifiuto della gente di Londra verso la vivisezione e la sperimentazione animale. Questo nuovo monumento è stato eretto per continuare la lotta contro queste pratiche. Dopo molte controversie il precedente monumento fu rimosso nelle prime ore del 10 marzo 1910. Questo fu il risultato di una decisione presa dalla Battersea Metropolitan Borough Council, mentre il precedente consiglio aveva approvato l’erezione del monumento.
La sperimentazione animale è uno dei maggiori argomenti morali del nostro tempo e non dovrebbe avvenire in una società civilizzata. Nel 1903, 19.084 soffrirono e morirono nei laboratori britannici. Nel 1984, 3.497.355 animali furono bruciati, accecati, sottoposti a radiazioni, avvelenati e sottoposti ad innumerevoli esperimenti orribilmente crudeli in gran Bretagna.”


Ricordando la storia del precedente memorial, la statua fu trasferita nel 1992 in un magazzino dai proprietari di Battersea Park, il Conservative Borough of Wandsworth, con l’affermazione che sarebbe stata parte di un rinnovamento del parco. Gli antivivisezionisti, sospettosi e diffidenti del ritorno della statua, fecero una campagna per il ripristino. Essa fu ricollocata nella passeggiata boscosa del parco, vicino al The Old English Garden, una sede più appartata.
La nuova statua fu criticata dalla studiosa di storia Hilda Kean. Lei affermò che il vecchio Brown Dog come parte di un’asserzione politica radicale, di forte difesa dei diritti, non doveva chiedere atti di clemenza. Il nuovo Cane Marrone è un animale di compagnia, il cane dello stesso creatore, situato nella Old English Garden come “eredità”; citando David Lowental, Kean arguì che “questa eredità non illumina, ma nasconde”. Per Kean, la nuova statua è stata superata nel suo messaggio antivivisezionista e nell’iconografia dell’attivismo dei diritti degli animali dal passamontagna degli attivisti e gli occhi pieni di dolore dei conigli. Il nuovo Cane Marrone è troppo sicuro, afferma la Kean. A differenza del suo predecessore, esso non sembra essere in situazione di disagio.


Tratto dall’articolo su Wikipedia:

Articolo tradotto da dott. Concetto De Luca 



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